L'oriente ha messo le mani sulla Milano calcistica, ma di per sé non è bastato.
Il buon gioco, i risultati ed i piazzamenti finali passano indiscutibilmente dalle singole scelte, prima di mercato e poi di formazione. Perché avere capitale fresco da investire aiuta, ma saperlo spendere è tutta un'altra cosa.
Agosto 2015: si chiude un calciomercato ricco per Milan ed Inter, colpi roboanti, giocatori copertina ed importanti innesti in ogni reparto. Ma se in un primo momento tutto sembra girare per il verso giusto, la classifica a mano a mano prende tutta un'altra forma. Soffermarsi ora sui singoli nomi e sul rendimento di ciascuno è fuori luogo, inoltre "piangere sul latte versato" non è mai servito a niente.
Facciamo quindi un balzo in avanti, fino al presente.
Mancano esattamente 11 giornate, 33 punti a disposizione per le squadre milanesi. Il destino è nelle loro mani o, per così dire, nei loro piedi.
Alla luce dei buchi di bilancio pubblicati da La Gazzetta dello Sport nell'edizione di ieri, ecco che la corsa Champions non è più un obiettivo per il blasone, per l'orgoglio e per la visibilità delle due squadre. La Coppa dalle grandi orecchie è ossigeno, un bisogno vitale al fine di poter programmare il futuro e i successi del domani.
Nessun fallimento in vista, ci mancherebbe; esistono milioni di strade e di possibilità diverse per riprendere quota da un punto di vista economico, come ad esempio l'inserimento di nuovo capitale dovuto all'arrivo di nuovi investitori. Inoltre, il lavoro dei contabili lo lascio fare volentieri ad altri, preferisco di gran lunga soffermarmi sugli aspetti più possibilistici, da un punto di vista giornalistico-sportivo.
Il rischio più concreto sul quale vorrei soffermarmi, qualora la Champions sfumasse, è quello di dover cedere i pezzi pregiati al fine di monetizzare e di evitare sanzioni dovute al celebre Fair Play finanziario (o comunque, per pareggiare o sanare in parte le perdite pregresse). Le cessioni illustri di Ibrahimovic e Thiago Silva da una parte e di Milito e Maicon dall'altra, non diedero luogo ad un investimento sostanziale nel mercato successivo. Il fair play probabilmente non era ancora entrato in vigore, tuttavia non fu di certo un caso.
La storia potrebbe tranquillamente ripetersi. Uno smantellamento di questo tipo è un rischio, occorre poi saper operare in un ottimo rapporto qualità/prezzo nella sessione di mercato, al fine di massimizzare il profitto senza perdere qualità in campo.
I posti pregiati sono tre, per andare in Champions League occorre salire necessariamente sul podio. Chiudiamo gli occhi, non guardiamo la classifica nei minimi dettagli ma proviamo a basarci sul rendimento attuale delle squadre a ridosso del vertice.
Se togliamo la Juventus che, con molta probabilità, si conquisterà uno dei tre posti a disposizione, il Napoli e la Roma sono le prossime due indiziate. I giallorossi decisamente più in forma, ma la corazzata partenopea non credo abbia intenzione di mollare. Se a questo ragionamento globale ci aggiungiamo una Fiorentina come variabile impazzita, ecco che Milan ed Inter sembrano chiamate ad un'autentica impresa sportiva.
Vincerle tutte diventa quindi una priorità per le squadre milanesi, ogni punto perso può costare davvero caro. Ed ecco che l'Europa League diventa quasi un obiettivo minimo, inaccettabile lasciarselo sfuggire.
Di rimpianti nelle scelte di mercato o nei risultati di singole partite ne potremmo elencare molti, sia sul lato rossonero che su quello nerazzurro, ma diciamoci Le Cose Come Stanno citando due grandi "must" dei luoghi comuni:
- sognare non costa niente;
- nel calcio può succedere davvero di tutto.
Due piccole grandi verità, che lasciano viva e ardente la fiammella della speranza. Ma da sole non bastano.
Ci sono 11 partite, autentiche battaglie da vincere sul campo e le chiacchiere, dal momento che l'arbitro fischia, staranno a zero. Ed è proprio quando tutti i pronostici ti danno per sfavorito che, se hai carattere, riesci a tirare fuori il meglio di te.
Ai posteri l'ardua sentenza, ma una cosa è certa:
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