C'è uno schiaffo inevitabile, quello che parte in orario e arriva puntuale, addirittura in anticipo. Il servizio efficiente non richiesto ma necessario, poiché il processo di rinnovamento non deve attendere e non può essere anticipato, in virtù di quell'effetto “WOW” tanto caro alla legge del business.
Dopo il rumore iniziale e il dolore successivo, arriva anche il risveglio. La sberla è quel colpo che riaccende tutti i sensi, innescando tutta una serie di reazioni interne, dall'incredulità alla rabbia, passando poi ad una riflessione.

Tra le poche certezze di un calcio sempre al passo coi tempi, ne era rimasta una che mi illudevo potesse essere incrollabile, come la facoltà di accendere il televisore e poter riconoscere a colpo sicuro le due squadre in campo.
Convinzioni difficili da mettere in discussione, come a voler scardinare una legge matematica e tutti gli anni che sono serviti per renderla sacra. Giocarsi la storia di oltre cento anni nel passaggio da una stagione all'altra, rimettendo tutto in ballo fin dalla base. Sindacarne il principio in virtù di un nuovo inizio.
Se distinguere la squadra in trasferta fosse già una follia da qualche anno a questa parte, dal prossimo dovremo necessariamente cercare nell'angolo alto della tv i nomi dei due club sul terreno di gioco, passaggio inevitabile come quello schiaffo evolutivo che credevamo di non meritarci.
Spariranno le strisce bianconere in favore di un look “half-half”, per la Juventus si prospetta un viaggio letteralmente verso una nuova dimensione. La scissione col passato era stata ampiamente anticipata con l'evoluzione del logo societario in favore di un minimalismo shock, richiamando in un simbolo elementare tutta la storia di un club che vuole diventare brand. Non più “J per Jeep” ma un'attrazione magnetica universale che trascini le menti di ogni tifoso verso la Torino a strisce. Ma quali strisce?

La strada comunque è già battuta: Barcellona e Bayern Monaco hanno attentato alle rispettive storie nelle passate stagioni con divise rivoluzionarie, strisce orizzontali per i catalani e un rosso completo per i bavaresi, contraddicendo alla secolare tradizione che distingueva i loro tratti. Dati alla mano una scelta vincente dal punto di vista del merchandising: le vendite delle magliette “home” hanno registrato segnali positivi senza precedenti.

Niente di estremamente nuovo, niente di apparentemente dannoso, eppure permane quella spiacevole sensazione di una rottura. Possono non piacere, ma ecco Le Cose Come Stanno: qualsiasi sia il pretesto, qualsiasi siano le ottime giustificazioni, stiamo assistendo all'ennesima svendita dell'identità in pasto ad un futuro frettoloso, affamato di rapide innovazioni. I legami con il passato liquidati velocemente in nome di un progresso che deve essere d'incentivo per l'economia, il marketing e i social media. Perfino il vessillo più identificativo deve inchinarsi e farsi da parte uscendo dalla porta posteriore.

Non occorre che sia bella, non occorrono i feedback della gente. Deve far discutere, deve scioccare, deve colpirti in pieno volto come uno schiaffo.

“Nel bene e nel male, purché se ne parli”

 

MC