Vorreste trovarvi in mezzo al mare in tempesta a bordo di un traghetto? Nessun salvagente, solo onde alte dieci metri e tutte le preghiere del caso. Il vortice che vi risucchia, la paura che sale e quella vocina elettrica che surriscalda l'ippocampo: come “acciderboli” ci siamo arrivati?

Dalle parti di Udine si sono interrogati spesso, dai bar di periferia fino alle piazze del centro, su come “diamine” si possa finire con l'acqua alla gola nell'entroterra friulano, ma non hanno detto diamine. Neanche acciderboli.

La famiglia Pozzo deve aver staccato il telefono, non funzionante in questi tempi di alta marea, eppure tutti gli encomi del caso andrebbero recapitati proprio nelle più alte stanze di una società autrice di un bestseller che non piace a nessuno. "Il miracolo al contrario", l'involuzione inaspettata di un progetto di ferro che nello spazio di qualche stagione ha già fatto la ruggine.

Si erano dimenticati un po' tutti di come ci si sente in situazioni così, forse volevano dimenticarlo. Quel presentimento triste di una fine incredibile e realistica nel medesimo istante, il brutto quarto d'ora in cui passano davanti tutte le istantanee di gioia, salvezze raggiunte in largo anticipo, plusvalenze straordinarie, partecipazioni ai preliminari di Champions League, e poi lui, quel trascinatore vero e indissolubile come Antonio Di Natale, capitano in pensione da apparentemente un'eternità.

Su quel guscio di noce in mare aperto non vorrebbe starci nessuno, specialmente nel momento in cui si trova sul punto di rovesciarsi, eccetto forse gli amanti del brivido, i pazzi e tutti quelli che hanno saputo che al timone è tornato Igor Tudor.
Professione traghettatore, stretta di mano forte e sguardo da duro; tra i segni particolari spicca quell'abitudine ad accettare sfide al limite, chiamato spesso all'ultimo secondo per salvare la situazione e tutti i passeggeri, quelli a bordo e quelli finiti in acqua. Aiutare De Paul a sopravvivere sarà il primo step, quello cruciale: salvarsi da se stesso, dalle voci di mercato, dalle aspettative della gente costruite su due spalle ancora troppo fragili per sostenere il carico del gioco di un'intera squadra. Rasserenare e colpire nel segno, senza perdere tempo prezioso.
Riprendere a bordo anche Lasagna sarà il secondo step, cucendo sul ragazzo la fase conclusiva di finalizzazione. Il croato cresciuto calcisticamente nell’Hajduk Spalato ha individuato in Kevin le qualità di velocista necessarie per dare fluidità e accelerazione alla manovra di chiusura, i gol dovranno passare soprattutto dai piedi di un'ala – punta davvero preziosa.

Come terzo nodo c'è da mettere mano assolutamente alla fase difensiva. La scorsa stagione prese il comando dopo undici sconfitte consecutive e una ciurma a pezzi, riuscì tuttavia nell'impresa di riportare il traghetto in porto grazie anche alla complicità di più partite sulla propria rotta. In questo finale di stagione e con meno possibilità di fare punti dovrà sfruttare al meglio ogni allenamento, fare quadrato intorno alle criticità e rimettere tutte le pedine al proprio posto cominciando da Fofana, smarrito in una promessa che sta sfumando partita dopo partita. Un guerriero come Tudor che ha fatto della difesa ad ogni costo il proprio mestiere dovrà inculcare attenzione e aggressività alla retroguardia, insegnando a vincere le partite ripartendo da dietro, con i piedi e con intelligenza.

Infine ecco Le Cose Come Stanno, sbilanciate come non mai: Igor Tudor si approccerà all'ennesima situazione catartica dopo PAOK Salonicco, AEK di Atene, Karabukspor e Galatasaray, dopo alti e bassi violenti, dopo molte critiche su ogni piazza, eppure si dimostrerà la scelta più azzeccata in questo preciso momento. Perché il carattere non si compra, inclusa la maturità dovuta a tutte le panchine su cui si è seduto e quell'attidune nello sbrogliare situazioni delicate. I fatti danno ragione al croato, cacciato in favore di Velazquez prima e Nicola poi, evidentemente incapaci di scuotere l'ambiente e i calciatori. Con pochissimo tempo per lavorare, toccherà a Tudor compiere undici fatiche in undici partite rimaste, cruciali per la storia di un club che si è abituato a tingere di un bianconero diverso la Serie A.

La dodicesima fatica sarà proprio l'ultima, quel raggiungimento del traguardo che potrebbe ipoteticamente garantirgli una panchina l'anno prossimo. Da meritare, da guadagnare sul campo, come ha sempre fatto.

In bocca al lupo Igor, l'uomo della Turbolenza.

 

MC