Tutta Italia sta aspettando.
E per ogni tifoso bianconero che spera, ne spuntano altri tre di fedi diverse. Tra un'ironia ed una provocazione questa Champions diventa un'ossessione.
Ma il ritornello è uno soltanto: ogni tifoso di ogni squadra chiede e pretende dalla Juventus un accantonamento, un risparmio - ammesso e non concesso che qualche università nordamericana abbia studiato un modo per settorializzare le risorse - delle energie impiegate in campionato, al fine di tentare di vincere la coppa dalle grandi orecchie.
Marotta & Paratici, dopo la perdita simultanea di Tevez - Pirlo - Vidal in mezzo al campo, hanno dato vita ad un nuovo piccolo ciclo sportivo, abbinando la giovinezza di Dybala, Zaza, Lemina e Rugani all'esperienza internazionale di Khedira e, soprattutto lo scorso anno, di Patrice Evra.
"DAI DIAMANTI NON NASCE NIENTE": più volte abbiamo assistito a super squadre e top manager che, a braccetto, sono andate a bussare alle porte di molti club con 30-40-50-60 milioni per comprarsi il calciatore-copertina più importante dell'anno.
Solitamente il prototipo è rappresentato da un giocatore ancora giovane, che ha fatto un'annata strepitosa ed ha davanti a sé almeno altri 10 anni di carriera e la conseguente possibilità di essere rivenduto altrettanto bene.
Ma escluso Gareth Bale - alla luce dei fatti, 100 milioni spesi più che bene - intorno a noi galleggiano, a distanza di anni, dei fiaschi clamorosi.
Mutu, Veron, Torres e Cuadrado per il Chelsea di uno scatenatissimo Abramovich, Jovetic per il Man City, Falcao per il Man Utd, Kakà per il Real Madrid ed il recente Kongdonbia per l'Inter.
Giocatori fenomenali ma, per ambientamento o ragioni tattiche, una volta acquistati hanno visto precipitare il loro rendimento e la loro quotazione.
Presupposto che comprare senza un vero principio di fondo, senza una vera consultazione con lo staff tecnico ed un'attenta analisi dettata dalle possibilistiche scelte di modulo in mezzo al campo, sia di per sé un modus operandi obsoleto ed inefficace, il punto della questione è di altra natura: come si può pretendere il carisma, la mentalità e la maturità che serve per fare il salto di qualità e vincere la Champions League da un giovane?
Se Paulo Dybala, Alvaro Morata e Paul Pogba hanno dimostrato, in annate differenti, di avere le spalle forti per poter reggere il peso di un'intera squadra, non è un caso.
Tutto funziona se l'ambiente respira un'aria internazionale, se i giovani possono diventare grandi seguendo esempi concreti.
Che l'arrivo di Patrice Evra sia coinciso con la finale di Champions League della Juventus non è assolutamente un caso.
Concludiamo dicendoci, inevitabilmente, Le Cose Come Stanno: dare il benvenuto a Dani Alves non è sufficiente. Preparate un lungo tappeto rosso, dall'aeroporto fino alla sede della società, portategli sciarpe e fategli sentire il calore e l'amore di tutta la città, perché la Juventus e tutti i tifosi hanno bisogno di lui.
Il carattere, la grinta, i centimetri che hanno fatto la differenza nelle partite più importanti, sono storie a tinte blaugrana che i ragazzi a Vinovo hanno bisogno di sentire. E di vedere, attraverso gli allenamenti, la corsa, la continuità ed il proprio bagaglio tecnico, di partita in partita.
Ci sono colpi fatti per svecchiare e ringiovanire una rosa.
Ci sono colpi fatti invece per rendere una squadra più attrezzata, più preparata sul piano mentale e psicologico.
C'è chi la chiama vecchiaia o addirittura "pensione in Italia".
Dal mio punto di vista, considerata la serietà, le intenzioni e le motivazioni del ragazzo, questa è tutta esperienza.
MC
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