36 punti, potenzialmente 39 (aspettando Bologna), media da 2 punti a partita. Non lo si vedeva dal nefasto 2011-2012 (anno del goal di Muntari, per intenderci). Media Champions League. Il Milan di Vincenzo Montella, insomma, stupisce rispetto alle più rosee aspettative di inizio anno, ma non stupisce in campo. Qualcosa sembra ancora non funzionare. L'impressione, arrivati al giro di boa, è - e questo dopo ogni partita - di "essere riusciti a sfangarla". La fortuna più della sfortuna, in una ipotetica bilancia del fato, è tornata a girare in quel di Milanello. E poco male. Male, se non altro, la rosa corta, la mancanza di alternative lì dove Kucka magari non gioca, Bonaventura e Suso non possono averne per tutte le partite, e Locatelli deve rifiatare. In questo racimolare punti senza dare segnali di continuità e vera forza, il vero fattore (mister) X è l'allenatore campano: il Milan quest'anno, e gliene va dato atto, con di fatto una rosa invariata rispetto all'anno scorso se non in pochi elementi, è non solo una squadra serena, ma anche determinata, più consapevole dei propri mezzi, che crede fino alla fine nel risultato, e che spesso e volentieri lo ribalta (cosa che non si vedeva da un po'). L'impressione, ancora una volta, è che con un ricambio sulle ali e un buon centrocampista, i ragazzi di Montella possano dire la loro fino in fondo. Una cosa è certa: quest'anno non ci si annoia. Ci sono, sì, margini di miglioramento enormi, ma quantomeno il Milan quest'anno gioca - o almeno prova a giocare - a calcio. Su ogni campo e contro ogni avversario, sapendosi adattare allo stesso, capendo i propri limiti, e cercando di farli diventare propria forza. Al giro di boa, tirando le conclusioni, forse si è raccolto anche meno di quanto meritato: 3 punti a Roma mancano, lì dove si meritava di vincere, 2 nel derby regalati ai cugini allo scadere, la sconfitta in casa con l'Udinese. Il resto, il Milan, lottando, soffrendo, e spesso non legittimando del tutto, se l'è sudato. E sì, perché quest'anno lottiamo; sudiamo. Siamo giovani e spensierati; ma smaliziati e convinti. E convinti dovremo essere giovedì sera, dove a Milano torna quel Sinisa non amato dal Presidente, e fattosi volere bene - ma certo non rimpiangere - da noi tifosi. Sinisa che rincontreremo lunedì 16. Insomma: fase decisiva della stagione. Sperando in un mercato "giusto", che vada oltre lo scambio Gabriel-Storari (mossa, a mio avviso intelligente, o quantomeno che non fa danni). Montella vuole giustamente l'uomo prima del calciatore, lì dove serva. Via Sosa, Honda, Luiz Adriano, Poli, Ely, Oduamadi(parere di chi scrive). Dentro un'ala (Deulofeu), e una mezz'ala/regista. Per il resto, questo Milan, "dovrebbe "sfangarla ancora"