Appartengo alla generazione dei baby-boomers e c'è una caratteristica che accomuna tutti noi: eravamo certi (e forse lo siamo ancora) - a differenza dei ventenni di oggi, dei “millennials” - che avremmo cambiato il mondo. La Speranza, quella con l'iniziale maiuscola appunto, era l'unica cosa che non ci difettava.

Quindi, parafrasando quanto ha giustamente dichiarato ieri il presidente Vigorito, «nessuno riuscirà a farci vergognare di essere tifosi del Benevento». Tanto più che il tifo si mescola inestricabilmente con l'identità e con l'amor di patria. A Benevento nacqui, qui sono cresciuto e diventato uomo e, anche se me ne sono allontanato, questa rimane la mia città, questa è, per sempre, la mia gente. Non la rinnegherò mai.

Io sono un uomo del Sud.
Chi è stato allo stadio Vigorito domenica scorsa, chi ha percepito l'abbraccio, la comunanza di sentimenti e di ideali che aleggiavano lì, anche nel momento più duro dello scoramento, non potrà mai abbandonare la nostra Squadra. Come me, che pur vivendo altrove, non abbandonerò mai la mia gente. Continuerò a fare l'impossibile per aiutarla, per sostenerla, per condividerne il tormento e il desiderio di riscatto. Perchè è la mia famiglia.

Il Calcio non è tutto. La vita è molto più di una serie di sconfitte, alcune delle quali ingiuste ed immeritate. Occorre pazienza e costanza: tutto cambierà. Il sole sorgerà ancora e ci concederà sempre l'opportunità di tornare a vincere, a ridere di gioia.

In momenti come questo è fondamentale ricordare, ripercorrere il cammino che ci ha condotti qui. Fare memoria storica è il miglior modo per superare lo shock. È come sottoporsi alla migliore terapia riabilitativa dalla sindrome da stress post-traumatico.

Ebbene: cominciamo dal principio. Non proprio dagli albori (1929), ma dal principio del processo di cambiamento.

Nella primavera del 2006, la Società passa in proprietà ai fratelli Ciro e Oreste Vigorito, grandi imprenditori nel campo delle energie rinnovabili. Il Benevento navigava in cattive acque, nella bassa classifica della C2, dove più o meno da sempre, cioè fino dalla fondazione nel 1929, risiedeva il suo baricentro.

Ciro, in particolare, s'innamora della Grande Avventura di fare del Benevento una Società degna della massima divisione. Il progetto è ambiziosissimo, ma i due fratelli non lesinano energie e fondi per conseguire il risultato sperato. I primi progressi non si faranno attendere, infatti il Benevento conclude la stagione al 4° posto.

L'anno successivo, per la prima volta, la Squadra approda ai play-off, ma viene eliminata. Gianni Simonelli è il tecnico che condurrà, nel 2007-2008 al passaggio dalla C2 alla C1, vincendo il campionato in anticipo di quattro turni.

Ciro Vigorito, negli anni successivi investe senza risparmio non solo su giocatori e ruoli tecnici, ma soprattutto sulle giovanili. Queste sono sempre più il fiore all'occhiello della società.

Nel 2008-2009, il Crotone strappa al Benevento, nell'ultima partita dei play-off, l'ingresso in B.

Anche nel campionato successivo, 2009-2010, il Benevento viene superato “sul filo di lana”, questa volta dal Varese.

Quindi delusioni ed amarezze non sono una novità per i tifosi sanniti.

Purtroppo durante la stagione 2009-10 scompare l'amatissimo Amministratore Delegato Ciro Vigorito. Immediatamente la città si mobilita per intitolargli lo stadio Santa Colomba, che prenderà definitivamente il nome del manager campano.

Anche nel 2010-11 il Benevento verrà eliminato dalla corsa verso la B solo ai play-off.

Nel 2011-12 la Squadra finisce la stagione al posto. Nel 2013-14 il tecnico Fabio Brini porta di nuovo il Benevento ai play-off. Sempre con Brini, nella stagione successiva, il benevento termina al secondo posto, ma viene eliminato ai play-off.

Il 2015-16 segnerà un colpo di scena clamoroso: Oreste Vigorito cede la Società, conservando il ruolo di Sponsor. Ma nonostante questo, il Benevento, dopo una cavalcata vittoriosa, conquista di diritto l'accesso in B, grazie all'allenatore di grande esperienza, Gaetano Auteri. Per la seconda volta nella sua storia, la Squadra guadagna l'accesso alla serie cadetta; ma nel 1945-46 aveva dovuto rinunciare per ragioni economiche. Quindi di fatto si tratta della prima volta, nella storia del calcio, in cui il Benevento milita in Serie B.

Marco baroni è il nuovo allenatore del Benevento, dopo l'esperienza di tecnico con tre squadre di B: Lanciano, Pescara e Novara. Come calciatore aveva vinto, con il Napoli, il Campionato di A del 1989-90. Le sue grandi doti di umiltà e la capacità d'interpretare al meglio e di saper esprimere l'anima della Squadra, senza narcisismo personale, condurranno il Benevento, attraverso una sfida senza tregua, alla vittoria dei Play-off per l'accesso in serie A.

Nel 2016-17, Oreste Vigorito riacquista la proprietà ed il ruolo di Presidente e, con i cannonieri Ciciretti e Puscas, il Benevento arriva ai play-off e li vince conquistando la Serie A in un tripudio di bandiere e feste interminabili nelle quali è coinvolta l'intera Cittadinanza.

In due anni consecutivi, fatto mai realizzato prima nel Calcio italiano, il Club fa il doppio salto dalla Lega Pro alla B e dalla B alla serie A. Una circostanza ai limiti dell'inverosimile.

Questo è accaduto appena ieri. Questo può essere confermato da un radicale cambiamento che s'impone oggi. Come si può constatare, anche se quelli negativi fanno più notizia, i record positivi e assoluti, mai raggiunti da nessun altro prima di noi, sono alla portata del Benevento.
Prima o dopo, feriti però mai definitivamente sconfitti e piegati, torneremo a vincere.

Attenderemo quel momento con la fiducia di chi non ha mai perso la speranza.