Prendiamo l'anno del centenario, in Italia è sempre il centenario di qualcosa. Alla Juventus è il centenario della proprietà, la famiglia Agnelli, che in futuro si chiamerà Elkann, ma ai tifosi poco importa.
Arriva Arrivabene, un nome che vorrebbe essere un programma, e con un occhio al bilancio, con un rosso di oltre 250 milioni, programma la riscossa dopo due anni con risultati modesti. A gennaio il miglior giovane centravanti, a giugno Pogba, l'idolo dei tifosi, e Di Maria, usato sicuro, ma sicuro di cosa non è dato sapere. La fuoriserie per tornare a vincere è affidata ad Acciughino Allegri, pagato milioni a bancali, tornato in sella dopo il filotto dei 5 scudetti consecutivi, il primo con uova marce alla presentazione, il quinto vinto in inverno, con tre mesi di partite senza storia, il che non ha rinverdito gli entusiasmi.
Inizia la stagione e fuori Pogba, fuori Chiesa, a intermittenza Di Maria, i tifosi accolgono Paredes neanche fosse Modric, adesso sì che si rinasce, è il pensiero di tutti, che dopo un mese si è ridimensionato a speranza.
Mi sa che qualcuno ha sottovalutato Acciughino, che fin dal Milan 2011 del gioco non sa che farsene. Via Pirlo, dentro Van Bommel e Muntari, dentro Nocerino, muro a centrocampo e spazio all'estro di Ibra, Robinho, Pato, Boateng, e visto che non basta dentro pure Cassano, ad inventare il galletto che Nesta e Thiago devono poi difendere.
Alla Juve Acciughino evolve il metodo. 5 in difesa, la Bbc più un medianone rozzo, tipo Matuidi o evoluto alla Khedira e il De Sciglio, e 5 avanti, Dybala Mandzukic, Cuadrado, Higuain, più Douglas Costa, Morata, e nel caso anche Cr7, che il golletto lo trovano, e si vince come al gabbione.
Che vuoi dire a uno che vince tutto?
Nulla.
Ma lui non sa costruire, lui usura, e se Buffon è al Parma, Chiellini lascia, Alex Sandro è un fantasma, Bonucci va per i 40. Comprate il meglio, perché di idee non ce ne sono molte. Ed arriva la Salernitana, sembra l'Ajax di Cruyff, ma è colpa del Var, che si perde Candreva manco fosse il gol di Muntari.
Ora Basta. Giustizia, grida il popolo bianconero. E arriva il Benfica.
Lo stadio non è pieno, comincia a serpeggia il malcontento. Pronti via e 1 a 0.
Il golletto è fatto, tutti a far muretto.
Pareggia Joao Mario, ma è quello dell'Inter?
Sì, è proprio lui. Ma non basta, 11 angoli, il Benfica rimonta, Acciughino, abbiamo perso, ma come è possibile, tutti ci mettono all'angolo??
C'è da lavorare, nulla è perduto, dice il tecnico consultando l'estratto conto della banca, e chissà se ci si chiede come mai Vlahovic alla Viola segnava a mitraglia e ora sembra il gemello di Petagna, che Bremer da solo salvava il Toro, ed ora prende due gol da chiunque, che il centrocampo, con 10 innesti in 3 anni, sempre resta inferiore a quello avversario, si tratti della Fiorentina o del Psg, poco cambia.
Conte ha l'allergia per la Champions, ma forgia un gruppo vincente e lo porta a vincere (per due anni). Allegri è come la roulette, fate il vostro gioco, vediamo chi vince, cambi al 60esimo, se si vince ci si copre, se si perde dentro Kean e Milik.
Francamente per il suo stipendio, forse si potrebbe sperare in qualcosa di meglio.
Ma è il centenario, che diamine. Rinverdiamo i fasti.
Recita Wikipedia: campionato 1922/23 - Football Club Juventus, 5a classificata nel girone B. Miglior marcatore Blando con 12 gol.
C'è poco da stare Allegri.
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