Risulta difficile e catartico parlare dopo una sonora e severa lezione di calcio subita. Dopo Napoli, è caduto quel velo di carta velina, che timidamente stavamo alzando dopo una serie di risultati, nei numeri, positivi, ma scarsi se non poveri di sostanza. Inutile nascondersi dietro un dito e tentare di farlo significa coprirsi di ipocrisia a piene mani. 

Ho atteso questo incontro per capire cosa, di tutta la grancassa spesa, ci fosse di reale. Ma è bastato poco, partendo dalla formazione che escludeva dei giovani artefici fino a quel momento dei risultati ottenuti, per capire che la sostanza dei risultati utili consecutivi erano solo frutto di una serie di eventi positivi e fortunosi.
Un Napoli bellissimo, forte in ogni reparto, consapevole di se stesso e delle sue potenzialità enormi, e che soprattutto si divertiva e divertiva tutti, meno la Juve ed i suoi tifosi (in parte invidiosi di quello che i partenopei stavano mostrando). Di fronte una squadra composta da nomi altisonanti e carichi di medaglie (finalisti di mondiali, campioni europei in carica), che al fischio finale si son ritrovati sconfitti, umiliati e stanchi come se avessero giocato tre partite di fila, perdendole tutte.
Un non gioco esaltato da Chiesa costretto a fare il terzino, un centrocampo inesistente senza filtro ed una difesa permeabile e perforabile come burro al sole. Una debacle che ci riporta al "gioco champagne" di Maifredi, ormai diventato cartina di tornasole di una squadra ricca di ambizioni e speranze e che implose per una penosa forma di squadra senza né capo né coda.
Allegri ci ha informato che la squadra è arrivata scarica, il che è singolare per un allenatore che solitamente agli appuntamenti importanti, in un'altra vita sportiva, era solito vincere pur giocando male.
Questa volta è andato tutto male, o come sarebbe dovuto andare, dipende dai punti di vista. Adesso il ritornello Allegri out è ritornato di moda. Da parte mia l'idea che sia un allenatore che a questo club non potrà dare nulla di più, o più nulla, rimane fermo. Club e allenatore hanno dato e ricevuto quanto potevano in altri tempi, ma come nei migliori rapporti, alla fine, rimettersi insieme, se non cambi, se non trovi qualcosa di nuovo che sappia riaccendere la "passione", rischi solo di sbattere contro il muro alle prime difficoltà.

Abbiamo resistito ormai quasi due anni, nei quali tra brutte e bruttissime partite, abbiamo galleggiato sulla superficie della mediocrità. Poco gioco, poche idee e molte di queste sbagliate; involuzione dei giocatori migliori con depauperamento dei capitali investiti. Adesso, per onorare il centenario della famiglia Agnelli alla guida della squadra occorrerebbe una virata che porti nuove idee e nuovi stimoli. Leggo di Conte e Zidane, e tutte e due sarebbero l'ennesima dimostrazione di mancanza di idee e paura di crescere. Conte dura un anno massimo due, dopo di ché le sue squadre si spengono, per mille motivi tecnici e mentali. 
Zidane lo trovo, pur con un palmares invidiabile, non un allenatore in grado di far crescere la squadra; le sue vittorie con il Real son frutto della base calciatori con la quale lavorava che era forse la più forte del calcio europeo in quel momento. Occorre qualcuno con idee e coraggio e voglia di far crescere e stupire. Ed in questo senso mi viene in mente solo De Zerbi. Bravo preparato e capace di far crescere i giovani. Abbiamo bisogno di ripartire dalle basi, solide, dei giovani che abbiamo in rosa e nelle squadre in prestito per far rinascere l'appartenenza alla maglia. La Juve si è ridotta come il Milan di alcuni anni fa. Una sorta di ricovero per calciatori sul viale del tramonto, esodati da altri club, pagandoli fior di milioni senza ottenere nulla in cambio. L'elenco sarebbe lungo; Pogba, Cuadrado, Paredes; e mi fermo per decenza. Tra infortuni e malattie diplomatiche li abbiamo visti talmente poco che per ricordare il loro viso siam costretti a far ricorso alle figurine. 

Credo che per festeggiare al meglio il centenario, la famiglia Agnelli debba prendere il coraggio a due mani e ripartire dal suo vivaio, e dare un senso a questo scempio di immagine e risultati che non meritiamo.
Naturalmente tutto sarà sotto la spada di Damocle della parte giudiziaria, altro capitolo catartico che ci porterà a pulire il pedigree un'altra volta dopo un decennio in cui siamo stati i padroni del campionato.