Ho vissuto tante di quelle vittorie che un periodo come questo lo considero fisiologico.
Quando la dirigenza perde di vista gli obiettivi e non pianifica, possono capitare cadute, anche fragorose, come quella che stiamo vivendo oggi. Ci son passati il Milan (ricordarsi degli acquisti degli svincolati a vagonate sarebbe facile, ma ricorda tanto la fase bianconera del momento), squadre tedesche sparite per anni dal panorama europeo o inglesi, alcune sparite definitivamente dal calcio "che conta". A volerla raccontare meno pesante, dire che siamo in buona compagnia, potrebbe far capire meglio le cose, anche se non ci addolcisce la pillola.
Mentre scrivo la Juventus sta perdendo con il Maccabi. Piove sul bagnato.

Probabilmente la partita potrà essere recuperata e magari, magari, anche vinta; il problema però ormai è talmente entrato nella testa dei giocatori che bisognerebbe assumere Freud, fosse ancora in vita, per poter effettuare un percorso di aiuto psicologico a dei professionisti che sembra si ritrovino alla partitella scapoli ed ammogliati di fantozziana memoria.
Dopo essere riuscito a trovare un buco in quel di San Siro (faccio fatica a chiamarlo Meazza), tra mille peripezie, son riuscito ad avvelenarmi la giornata guardando un Milan bello, a tratti esaltante e squadra, e dall'altra parte un gruppo di zombies (sembrava un episodio di The walking dead, anche se li i "cattivi" erano più vispi ed energici dei bianconeri), che girovagava per il campo come se fossero in gita scolastica svogliatamente. Dove finissero i pregi dei primi e cominciassero i difetti dei secondi è praticamente impossibile, ma la sensazione che con noi avrebbe rivinto il Monza, era palpabile.

Ammiro la dirigenza che prova a tenere la barra dritta e mostrare una certa sicurezza pragmatica nel difendere il suo operato, ma anche un cieco vedrebbe, da quasi due anni a questa parte, che il mister colpevole o meno che sia nelle percentuali, non sia riuscito a dare quello spirito che era in grado di dare al tempo e che adesso ha perso, completamente. Sta riuscendo a bruciare un patrimonio calcistico di investimenti (Vlahovic in primis) di svariate decine per non dire un paio di centinaia di milioni, adducendo la scusa, valida per carità ma i numeri non mentono, della cinquantina di milioni di ingaggio dell'allenatore. Da buoni manager si dovrebbero sedere ad un tavolo e trattare la buonuscita dell'allenatore prima di perdere le capre ed i cavoli che pervicacemente stanno, nel silenzio assoluto, lasciando marcire in attesa di rientri importanti (verissimo ma in che condizioni fisiche?), da gennaio 2023, vale a dire tra tre mesi! 

Ieri, guardando la Lazio, mi son mangiato un paio di dita nel vedere la squadra allenata da Sarri. Sarri che avevamo come allenatore e che per motivi a noi ignoti è stato bruciato in nome di una visione dirigenziale che vede i biancocelesti, dopo un anno di purgatorio ed un mercato al risparmio, al terzo posto, giocando benissimo (basta riguardare il Napoli che allenava e si noteranno alchimie tattiche e schemi leggermente diversi, ma la sostanza è sempre godibilissima) e la Juve che a forza di spendere e spandere per vecchie glorie o giocatori rotti, annaspa; e come tutti quelli che affogano, si tirano giù chi gli viene in soccorso. Fossi in Chiesa e Pogba ci penserei due volte a forzare il rientro, rischiano di farsi male nuovamente per salvare una situazione che ormai sembra andare alla deriva. Non credo che la famiglia Agnelli per festeggiare il secolo pensasse a questo.
Nel frattempo il Maccabi ha raddoppiato con un giocatore assente all'andata per festività religiosa. Quando nemmeno i santi ti salvano, vuol dire che tutto può succedere. 
Adesso bisognerebbe avere il coraggio di fare scelte serie (non il ritiro che non fanno nemmeno più nei monasteri), e prendere decisioni traumatiche. La squadra, checché se ne dica, sembra ormai remare contro; certi "senatori" ormai non possono permettersi di giocare in serie A e sempre (leggasi Bonucci che senza il compagno di reparto Chiellini, vale il 70% in meno).
Se dobbiamo bruciarci la stagione facciamolo con un allenatore che dia stimoli, gioco e che ami osare con i giovani, dandogli spazio ed esperienza.

Ma son certo che non succederà nulla, con buona pace dei milioni di tifosi, paganti sotto tutti i punti di vista, e vittime dello sfacelo di questi ultimi due anni di gestione Allegri. In attesa di un gol dalla partita (spero bianconero, almeno uno), armiamoci di speranza e proviamo a sognare di rientrare nella fascia superiore che ci compete.