C’era una volta la Sampdoria. Il Doria di Gianluca Vialli, Roberto Mancini, Cerezo, Boskov. Di uno scudetto vinto, di una finale di Champions League persa ai tempi upplementari. Di una Coppa delle Coppe. Di Giampaolo Pazzini e di Antonio Cassano. Di Beppe Marotta e Fabio Paratici. Una grande storia. Ricca di emozioni, gioie, trionfi e delusioni.
Una storia che adesso rischia di finire per sempre. Non solo per la retrocessione in Serie B, decretata dopo l’ennesima sconfitta contro l’Udinese nel posticipo di ieri pomeriggio, ma anche per le ormai note vicende societarie. Sempre più brutte. Sempre più nebulose, sempre più confuse e problematiche.
Il Doria rischia infatti il fallimento, complice la pessima gestione del presidente Massimo Ferrero, che non è in grado di rinsaldare il debito accumulato dalla compravendita dei calciatori nelle stagioni passate (circa 40 milioni di euro) ed è ad un passo da quella che sarebbe una morte vera e propria. Una fine indegna per una società prestigiosa. Unica. Ci vorrebbe un miracolo per salvare la squadra dal fallimento. Ci vorrebbe un imprenditore serio, capace di farsi carico dei debiti. Capace di riportare agli antichi fasti una società incredibile. Una società che ha scritto pagine di storia uniche nel calcio nazionale e che adesso rischia una brutta fine.

Salvate il Doria finché potete. I tifosi blucerchiati non meritano tutto questo. Il Doria è un patrimonio del calcio italiano e la ripartenza tra i dilettanti sarebbe una dura sconfitta. L’ennesima di un sistema sbagliato. Di un sistema che alle volte nulla fa di fronte alle ingiustizie.
La storia recente della Samp infatti si conosceva già da troppo tempo e nessuno ha fatto nulla in questi mesi difficili. La storia della Samp vive in una situazione di lenta agonia e mancano ormai 20 giorni ad una disfatta. Che sarebbe di tutto il calcio italiano.
La Sampdoria non merita questo. Salvate il Doria. Salvate la storia. Salvate l’ennesima società sportiva vittima di una gestione scellerata dei propri dirigenti.