Dal sogno scudetto ad un andamento lento. Lentissimo.
Da retrocessione. Juve, ma che succede? Qual è la vera identità della Vecchia Signora? 
Tanti sono i problemi della squadra di Allegri, sempre più triste. Sempre più in affanno. Sempre più confusionaria. Tante le decisioni "cervellotiche" del tecnico toscano. Tante le incognite sulla preparazione estiva, sulle idee tattiche e di gioco. 

"La Juve che non gioca le Coppe Europee avrà un vantaggio in campionato" - dicevano - "La Vecchia Signora lotterà fino alla fine per la conquista del titolo". Tanti mesi a rincorrere il primo posto, poi lo stop contro l'Empoli dello scorso 27 gennaio. Da lì la crisi vera e propria. Di risultati e di identità. Si sapeva che i piemontesi non avevano tantissima qualità nella rosa. Si sapeva che l'Inter avesse una rosa migliore. Quello che però da più all'occhio è che la Juve ha perso punti contro l'Empoli, l'Udinese, il Verona, il Napoli ed il Genoa. Non proprio avversarie irresistibili. Ed anche l'ultima vittoria contro il Frosinone dello scorso 25 febbraio è arrivata per caso, all'ultimo secondo, su calcio piazzato e zampata fortunata di un difensore. 

Non basta questo andamento. Non basta questo gioco. Poco efficace, poco pungente. La Juve è una squadra in difficoltà. La Juve non ha un gioco, punta sui singoli e, tra l'altro, sembra aver perso anche quella grinta che aveva regalato una prima parte di stagione super. La Juve non c'è più. 
Non c'è più il suo comandante. Che insiste sui "veterani" Alex Sandro, Kostic e Chiesa, relegando in panchina gente più pimpante e più propositiva come Yildiz ed Iling Junior, su tutti. Che insiste su un modulo che forse, deve essere cambiato. Perché non provare la difesa a 4? Perché non provare il tridente Chiesa - Yildiz - Vlahovic? Perché insistere su Miretti, apparso troppo acerbo per giocare in una squadra gloriosa e vincente? Troppi i perché. Troppe le domande che ogni tifoso vorrebbe fare ad Allegri, il quale non ha certo bisogno di suggerimenti, ma è evidente che c'è qualcosa che non va.

E' evidente la spaccatura tra squadra e guida tecnica. E' evidente che molti non lo seguono. E' evidente che ci siano problemi all'interno dello spogliatoio. In molti parlano di una polveriera. Già Sarri parlava di squadra inallenabile e lui, aveva vinto il nono scudetto consecutivo. E lui poteva contare su leader che adesso la Juve non ha più.

Cosa è rimasto di questi tre anni di Allegri, invece? Che crescita hanno avuto i calciatori bianconeri? Perché questa terrificante fatica a manovrare il gioco contro squadre piccole? Troppi i pensieri negativi attorno ad una squadra che ha vinto si, in tempi recenti, ben nove campionati consecutivi, ma che adesso è in difficoltà. In campo e fuori. All'interno del gruppo squadra ed in società. 

Alla Juve, in questo momento, serve chiarezza. In tutti i campi. Chiunque sia il presidente di questa squadra si faccia sentire. I leader tecnici si facciano sentire. Arrivare in Champions è troppo importante. Sia sul lato economico, sia sul lato sportivo. Il problema è che, con questo andamento lento, ottenere almeno la quarta posizione è più di un'impresa. Serve quindi una scossa e subito. Per tornare quantomeno ad essere tranquilli. Per tornare quantomeno a sentire quella musichetta tanto bella quanto fondamentale per una squadra ed una società in caduta libera. Che vuole rialzarsi, ma che sembra aver perso la china.