E' cambiato tanto. Troppo. Quasi tutto.

L'emergenza scatenata dal coronavirus ha definitivamente alterato i ritmi della vita e spezzato le routine quotidiane. Durante il lockdown ci si è divisi tra lo smart working e quelle interminabili, quasi infinite, passeggiate col cane, anche sotto la pioggia battente; tra maratone di film e serie tv varie, ed i bollettini della Protezione Civile; tra un piatto di pasta ed una torta fatta in casa (anche perché qualcuno si dovrà pur prendere la responsabilità delle razzie di farina e lievito nei Supermercati...).

E per gli appassionati di sport di tutto il mondo, sono iniziati i tuffi nel passato: si è scavato negli archivi (digitali) andando a recuperare quei filmati retrò, o vintage che dir si voglia, quasi da VHS. La mancanza di sport in diretta ha riportato a galla i racconti del passato, ed è così che, partendo dalle Buffa-Stories si è arrivati fino alla bomba The Last Dance sganciata da Netflix.

Il tempo si è dilatato in maniera incredibile, per poi restringersi in un attimo. Pensiamo alla Serie A: un vuoto totale di qualche mese, seguito da un'abbuffata fatta di dodici giornate in quarantacinque giorni. Roba da non credere, da non capirci più nulla. Tanto che ci si è trovati a discutere di Europa League e Champions League sotto l'ombrellone, nel weekend successivo a Ferragosto; e ora, la classica "sosta per la Nazionale", da sempre vissuta con un certo fastidio (inutile nasconderlo...) è diventata addirittura il preludio alla partenza del Campionato.

Le carte si sono mescolate in maniera imprevista, oltre che imprevedibile, ed una delle categorie che più ne ha fatto le spese, specie dal punto di vista mentale, è stata quella dei fantallenatori di tutta Italia. Un esercito di persone che hanno vissuto il lockdown, e soprattutto la ripartenza, con stati d'animo profondamente opposti. Da una parte infatti c'era chi spingeva per la ripresa della Lega, perché "non si può annullare il Campionato (specie ora che ho 8 punti di vantaggio sulla seconda...)!"; dall'altra invece, chi non ne voleva proprio sentire parlare perché "dai, è un Campionato falsato (e poi, almeno stavolta, risparmiatemi la quota di partecipazione...)".

E adesso?

Superato lo scoglio della chiusura della stagione 19/20, ed allontanato il terribile scenario (per l'anno che verrà) di dover fare i conti con due gironi distinti ed un'eventuale post-season, pur sapendo che la variabile-Covid potrebbe essere ben più decisiva di quel "+3" lasciato a marcire come terzo panchinaro, si è pronti a ripartire. Più o meno.

C'è confusione. Con una sessione di calciomercato che chiuderà ufficialmente ad inizio Ottobre, c'è chi opterà per un'asta "classica", per poi magari ritrovarsi nuovamente qualche settimana dopo, e chi invece farà passare le prime due/tre giornate (nella speranza che il talento individuato, quello che SICURAMENTE porterà alla vittoria, non si metta troppo in luce) per poi scatenare l'inferno in una inedita nottata d'Autunno.

Quel che è certo è che, nonostante le mascherine ed il distanziamento sociale, i fantallenatori hanno già sguinzagliato i propri osservatori nelle varie sedi dei ritiri della Serie A, iniziando così a riempire pagine e pagine dell'immancabile e sacro taccuino da portare con sé all'asta.

L'Asta del Fantacalcio, un evento che non manca mai, anche se, un po' come la Pasqua, ogni anno cade in maniera diversa, occupando spazi di calendario non definiti. Un evento che raccoglie personaggi epici, figure mitologiche che, solamente chi ha preso parte ad uno di quei meravigliosi tavoli fatti di birra, fantamilioni, penne, foglietti ed imprecazioni varie, può conoscere e riconoscere. Perché quelle ore (parecchie...) frenetiche passate attorno al tavolo di un bar, in una piazza, sulle panchine del parco comunale, non saranno mai al livello di chi frequenta l'AtaHotel di turno. No, infatti. Sono meglio. Molto meglio.

A quel tavolo troverete lo scoutlo scopritore di talenti pronto ad acquistare il ragazzino di turno protagonista dell'ultimo Campionato Primavera o atterrato in Italia da un club semi-sconosciuto, spacciandolo per il colpo del secolo, per l'uomo che sorprenderà tutti. Anche se poi, nella maggior parte dei casi, si vedrà costretto a venderlo durante il mercato di riparazione. Ma non preoccupatevi, non lo ammetterà mai: lui ci ha visto giusto, è stato il suo allenatore che...

Accanto a lui siede il tifoso, quello che probabilmente ancora non ha ben capito come funziona il gioco, e va a finire che la squadra che costruisce è, in grandissima parte, la squadra per la quale realmente tifa.

Non può mancare poi il contabile, colui che soppesa ogni fantamilione cercando di prevedere in anticipo il prezzo d'acquisto di ogni calciatore. Ovvio, quei calcoli non saranno mai esatti. Ma, suvvia, non fateglielo pesare più di tanto!

Esistono poi fantallenatori che sposano due diverse filosofie per costruire la propria squadra. Da una parte c'è lo zemaniano convinto, quello che la difesa a quattro non sa nemmeno cos'è, che tra portieri e difensori (tutti insieme) riesce a spendere 20 fantamilioni, per poi buttarsi sui fenomeni tra centrocampo ed attacco; dall'altra c'è lo stratega, che al bomber da 30 gol stagionali preferisce tre seconde punte, equilibrando il resto della squadra e dichiarando fin da subito di puntare dritto al +3 del Modificatore di Difesa.

Come detto tutti, ma proprio tutti, sono armati di fogli e penne, da tenere ben lontani dalle occhiate indiscrete dei colleghi, e di Smartphone per consultare statistiche e notizie dell'ultimissimo minuto. Informazioni determinanti che però possono generare veri e propri disastri. Specie quando all'asta ci si presenta in due. Stiamo parlando ovviamente dei soci, quelli che giocano insieme perché sono in sintonia ed hanno idee simili (pare brutto dire che lo fanno solamente per dividersi la quota d'iscrizione). Talmente in sintonia che finiscono per rilanciarsi l'uno con l'altro, e con idee così simili che quasi vengono alle mani per l'acquisto dell'ottavo difensore.

Queste, e moltissime altre, sono le creature che appaiono nella notte dell'asta, ma tutte dovrebbero erigere una statua ad una, ed una soltanto: l'amministratore. Quello che, la mattina dopo, deve inserire a sistema tutti i giocatori, di tutte le squadre e con i relativi prezzi d'acquisto. Nulla di più semplice, si potrebbe pensare. Peccato che durante quella interminabile sessione di mercato, anche lui sia lì per formare la sua squadra. Un occhio ai giocatori acquistati/da acquistare, l'altro al foglio (di excel, per quelli più evoluti) da compilare mano mano che l'asta va avanti. Urlando per cercare di capire se il centravanti di turno sia stato acquistato a 280 o 281 fantamilioni. Un particolare che fa tutta la differenza del mondo. Credetemi!

Insomma, ormai ci siamo. Preparate la strategia, affilate le matite, mascherina ben allacciata.

Buon Fantacalcio a tutti!