L'Inter vince, e convince, contro il Bayer Leverskusen raggiungendo così una semifinale che in Europa League manca dalla stagione 2001/02. Era l'Inter di Hector Cuper, della coppia Vieri-Ronaldo, devastante (sulla carta) ma devastata (dagli infortuni). Un'Inter che si deve arrendere al Feyenoord, futuro campione, trascinato dai gol di Van Hooijdonk, Van Persie e di quel Jon Dahl Tomasson che poi si toglierà discrete soddisfazioni nella Milano rossonera. In realtà non era ancora l'Europa League, prima infatti si chiamava Coppa UEFA: poco cambia se non che, specie tra la fine degli anni Ottanta e durante tutta la decade successiva, la cara "vecchia" Coppa UEFA era oramai diventata il giardino di casa delle italiane. Otto successi (e ben dieci finali disputate) in undici stagioni. Preistoria. Un sogno ad occhi aperti, un incantesimo che si spezza il 12 maggio 1999 quando il Parma di Malesani, un meraviglioso agglomerato di Campioni, alza al cielo di Mosca la Coppa. L'ultima, in ordine di tempo, ad essere riposta nella bacheca di un club nostrano.

Mosca dicevamo. Stadio Luzniki. Arbitro della Finale (decisa, per la cronaca, da Crespo, Vanoli e Chiesa), lo scozzese Hugh Dallas. Particolare, anzi, particolari non da poco. Già, perchè poco più di un anno prima, il 14 aprile 1998, in una di quelle gelide serate di Mosca, su un campo di fango misto ghiaccio dello Stadio Luzniki, il quarantunenne Dallas di cui sopra, ha il privilegio di ammirare da pochi passi lo show di un certo... Ronaldo. Il Fenomeno nerazzurro, alla prima stagione all'ombra del Duomo, sta portando di peso, con i suoi gol, la squadra di Gigi Simoni verso la finale di Parigi (poi vinta), contro la Lazio. E' la gara di ritorno della semifinale contro la Lokomotiv Mosca, già battuta 2-1 a San Siro e subito avanti grazie al gol di Tikhonov dopo soli 11' di gioco. Ci pensa però il Fenomeno: doppietta e biglietto strappato per Parigi. La stagione dell'Inter, come detto, si conclude con il terzo e fino ad ora ultimo sigillo in UEFA/Europa League, mentre quella del brasiliano finisce negli archivi con lo straordinario score di 34 gol segnati, al debutto con la nuova maglia.

Trentaquattro reti, un obiettivo alla portata di Romelu Lukaku. Il gigante belga nella sua prima stagione in Italia, numeri alla mano, sta andando ben oltre le più rosee aspettative ed è a soli tre gol dal Fenomeno. Tre reti soltanto lo separano dall'incredibile annata del centravanti brasiliano che, per inciso, dopo la doppietta in semifinale con lo Spartak, timbrò anche il cartellino in finale, con quel doppio (ma anche triplo...) passo da mal di testa per il povero Luca Marchegiani. Due reti in semifinale, una in finale. A soli tre gol dal sogno e dalla possibile vittoria, i tifosi nerazzurri sono autorizzati a crederci e (forse) ora, hanno un motivo in più per farlo.