Stasera a Lisbona l'Atalanta di Gasperini va alla ricerca di una storica semifinale di Champions League. Semifinale europea che manca, in casa orobica, da ben 32 anni (anche se allora, si trattava della vecchia Coppa delle Coppe). Stagione 1987/88. L’Atalanta dello sfortunato Presidente Cesare Bortolotti, che perde la vita in un incidente stradale nel giugno del 1990, a nemmeno quarant'anni, è appena retrocessa e si appresta ad affrontare un lungo e complicato campionato di Serie B, con l'obiettivo di ritornare subito nel calcio dei grandi. La squadra viene così affidata al quarantenne Emiliano Mondonico, cremonese di Rivolta d'Adda che tre anni prima è riuscito a riportare in Serie A proprio i grigiorossi (54 anni dopo l’ultima volta) e che arriva dall'ottimo nono posto conquistato con il Como. Al termine della stagione, la città di Bergamo riesce a festeggiare una promozione sofferta: il quarto posto finale infatti, alle spalle di Bologna, Lecce e Lazio, arriva grazie al punto in più conquistato nei confronti del Catanzaro dell'ormai 34enne Massimo Palanca, il Mago dei gol da calcio d'angolo, una vera e propria istituzione per il popolo giallorosso.

Ma è in Europa che la Dea incanta. Un momento, in Europa? Già, perché nella stagione precedente la squadra allenata da Nedo Sonetti finisce al penultimo posto in classifica, ma riesce a raggiungere la Finale di Coppa Italia. E tanto basta per strappare il pass europeo. La doppia sfida col Napoli infatti, finisce molto male (ben quattro le reti subite nelle due partite) ma i partenopei, guidati in panchina da Ottavio Bianchi e soprattutto in campo dal Dièz, all'anagrafe Diego Armando Maradona, conquistano anche il loro primo Scudetto della storia, piazzandosi davanti alla Juventus di Michel Platini ed alla nuova Inter di Giovanni Trapattoni, qualificandosi così di diritto all’edizione successiva della Coppa dei Campioni.

Il Numero Uno della squadra di Mondonico è Ottorino Piotti, ex del Milan sia in Serie A che in Serie B, alle spalle del quale c'è il 37enne Nello Malizia, il portiere del Perugia dei Miracoli, giunto secondo nella stagione 1978/79 nonostante non avesse mai conosciuto l'onta della sconfitta. In difesa gioca, in realtà poco, il 29enne Carlo Osti, poi Direttore Sportivo della stessa Atalanta, oltre che di Lazio e Sampdoria. In mezzo al campo ci sono Wallter Bonacina, Ivano Bonetti (uno che qualche anno più tardi arriverà a tanto così dalla Coppa dei Campioni con la casacca della Sampdoria, nella sfortunata finale contro il Barcellona) e soprattutto Glenn Stromberg, lo svedese più bergamasco del mondo. E tra di loro cerca spazio un ragazzotto che farà molta strada, anche in panchina, che di nome fa Cesare, e di cognome Prandelli. La coppia d'attacco invece è formata da Oliviero Garlini, dirottato a Bergamo dopo un'annata buia all'Inter, ed Aldo Cantarutti, il bomber di Coppa.

Il Torneo dell'Atalanta prende il via a settembre e gli avversari del primo turno sono i gallesi del Merthyr Tydfil. Garlini e Cantarutti ribaltano, nella gara di ritorno, l'iniziale sconfitta patita in trasferta ed il copione non cambia per il secondo turno quando gli orobici vanno sotto 1-0 nella gara di andata di Salonicco, contro l'OFI Creta, e si qualificano grazie al 2-0 di Bergamo firmato da Nicolini e dal solito Oliviero Garlini. L'avversario dei quarti di finale però, lo Sporting Lisbona, ha tutto un altro fascino e la gara di andata a Bergamo non ammette passi falsi. Gli uomini di Mondonico non sbagliano nulla e si portano in vantaggio con il rigore di Nicolini, per poi raddoppiare con Cantarutti, abile a sfruttare la sponda aerea di Stromberg. A Lisbona però, Mondonico deve fare a meno proprio dello svedese e del bomber Garlini, e punta così a difendere strenuamente il doppio vantaggio maturato al "Comunale". La rete dell'olandese Houtman a metà del secondo tempo rende infuocato un finale di partita che Cantarutti riesce a risolvere con il gol del definitivo 1-1 a 9' dalla fine. E' semifinale!

Dall'urna spunta il Malines ed ancora una volta la partenza dell'Atalanta è ad handicap: sconfitta per 2-1 in trasferta, con l'acuto di Stromberg che tiene viva la speranza di un'altra rimonta. L'atmosfera al "Comunale" di Bergamo, il 20 aprile 1988, è a dir poco elettrica. In campo i nerazzurri partono fortissimo e al tramonto della prima frazione passano in vantaggio con il tiro dagli undici metri di Garlini. La finale sembra ad un passo ma Michel Preud’homme, anche con l'aiuto del palo, tiene a galla i belgi con un almeno un paio di interventi straordinari, e nella ripresa i gol di Rutjes (un autentico capolavoro) ed Emmers ribaltano il risultato.

La speranza, per questa sera, è di poter raccontare di una Atalanta capace di raggiungere un’altra semifinale, passando per un quarto di finale disputato a Lisbona. Già, Lisbona, città tutt'altro che banale nella storia della Dea. Proprio a Lisbona infatti, e sempre contro lo Sporting, si era interrotto il primo percorso europeo dell'Atalanta (anno di grazia 1963). E infine, curiosità nella curiosità, andando a rileggere il tabellino del 16 marzo 1988, troviamo un... Icardi. Andrea, centrocampista nerazzurro. Che sia di buon auspicio?