Il Bayern Monaco batte il PSG e sale sul tetto d'Europa per la sesta volta nella sua storia: è questo l'ultimo atto della stagione 2019/20. Una stagione anomala e lunghissima, come mai se ne sono viste fino ad oggi. Una stagione che termina il 23 agosto quando, solitamente, a farla da padrona sono i match amichevoli contro alcune selezioni montane.

Ma non c'è nemmeno il tempo di chiudere in archivio il 19/20, che già si è ripartiti con il 20/21. Mentre le migliori otto d'Europa si sfidavano in quel di Lisbona infatti, Tre Fiori e Linfield erano già in campo a giocarsi il Primo Turno Preliminare della nuova edizione. Ma il massimo delle contraddizioni si ha in Francia dove la Ligue 1, unico campionato tra i top europei a sospendere ogni tipo di attività in piena crisi coronavirus, è ripartito proprio in questo weekend!

Anomalie da Covid-19, forzature inevitabili che (si spera) possano rappresentare un unicum nella storia del calcio europeo. Situazioni di emergenza che hanno portato ad escogitare soluzioni alternative per il mondo del pallone. Le Finals di Champions ed Europa League disputate tra Portogallo e Germania infatti, al netto della comprensibile mancanza di pubblico, sono probabilmente la novità più importante di questo ultimo scorcio di stagione, ma è stato un esperimento positivo o negativo? Proviamo ad analizzarne pro e contro.

Finals... Sì!

Il fascino di una partita secca, del "dentro o fuori" senza possibilità di appello, è innegabile. La consapevolezza di giocarsi tutto nell'arco dei novanta minuti infatti, attenua di molto le possibilità di calcolo, di gestione della gara in vista del ritorno e, al tempo stesso, aumenta l'effetto sorpresa. Una gara storta, un episodio controverso, la giornata-no del campione di turno, possono far lievitare le possibilità delle cosiddette outsider e tutto ciò giova allo spettacolo.

Altro punto a favore delle Finals di quest'anno è stata la collocazione temporale. Giocare la fase finale delle competizioni europee al termine dei campionati nazionali, ha dato la possibilità ai club di schierare sempre e comunque i migliori, andando ad evitare turnover esagerati. Una pratica assai ricorrente, specie alle nostre latitudini, spesso per quanto riguarda i match di Europa League, notoriamente sottovalutati e considerati quasi di intralcio nella preparazione alla gara della domenica.

Finals... No!

Incuriositi dalla novità, certamente soddisfatti per la qualità di alcune sfide, si potrebbe essere tentati di voler replicare in tutto e per tutto il format di quest'anno. Tuttavia, è bene cercare di guardare indietro e capire anche cosa si perderebbe nel caso si decidesse di intraprendere questa nuova strada.

Innanzitutto, una Final Eight eliminerebbe dal calendario ben sei sfide tra Quarti di Finale e Semifinali, sei gare di alto livello (proprio perchè in campo scendono le migliori otto) cancellate definitivamente. Una sforbiciata troppo netta sia dal punto di vista economico che da quello... romantico!

Economicamente ci perderebbero i club coinvolti che dovrebbero così rinunciare ad uno (o due) incassi importanti, a causa della formula che prevede di giocare in campo neutro. Ma forse, il problema più grande riguarderebbe i contratti televisivi. I principali network infatti si ritroverebbero un prodotto "monco", un buco di sei match non colmabile che porterebbe, di fatto, ad una diminuzione degli introiti.

Il lato romantico della faccenda riguarda invece i tifosi. Quelli che sono mancati quest'anno e che spesso, troppo spesso, vengono lasciati all'ultimo posto nella graduatoria delle priorità dei club. Tifosi che perderebbero l'opportunità di riempire lo Stadio di casa, cercando magari di spingere i propri beniamini verso una rimonta incredibile. Non si deve sottovalutare questo aspetto ed alcuni esempi, giusto per restare alle ultime edizioni, sono lì a dimostrarlo.

Una Final Eight in campo neutro infatti avrebbe cancellato dai libri di storia serate come quella di Roma nel 2018, con i giallorossi capaci di ribaltare la sconfitta per 1a4 patita al Camp Nou; come l'incredibile 4a3 tra Manchester City e Tottenham dello scorso anno; come la notte di Liverpool del maggio 2019, sempre con il Barcellona a fare da sparring, illuminata dalle doppiette di Origi e Wijnaldum.

Una via di mezzo...

Probabilmente l'UEFA si prenderà un paio d'anni di tempo per valutare, ed eventualmente confermare in maniera definitiva, delle novità in tal senso. Questo perché, tenendo da parte un altro stop dovuto ad una nuova ondata di coronavirus (restiamo ottimisti, suvvia!), le prossime due stagioni appaiono già a prescindere, complicate da gestire; all'interno di esse infatti andranno incastrati i due tornei più importanti come l'Europeo dell'estate 2021 ed il Mondiale del Qatar incasellato tra novembre e dicembre 2022.

Ciononostante, una buona idea potrebbe essere quella di una sorta di via di mezzo, di compromesso tra il vecchio ed il nuovo. L'attuale Final Eight potrebbe trasformarsi in una più gestibile (e forse affascinante) Final Four da disputarsi a fine maggio. Le ultime quattro si sfiderebbero così in campo neutro: tre partite secche ad animare un weekend lungo tra le migliori d'Europa. L'ultimo grande spettacolo della stagione!