Prendete l'inizio del mio ultimo editoriale e ditemi se non avevo ragione nel credere che Stefano Pioli rappresentasse la soluzione dei malanni del Milan e non il problema. 
Venivamo da un derby di campionato perso senza mai tirare in porta e apice di un periodo horror contornato dai 9 gol subiti in 2 gare da Lazio e Sassuolo e dalla supercoppa strapersa sempre contro i cugini, eppure è stato più forte di me il non mettere mai minimamente in discussione 2 anni e mezzo di operato fantastici, perché convinto che si sarebbe trattato di una tempesta fortissima e improvvisa ma destinata a finire presto.
E ieri, giorno di San Valentino, grazie alla risistemata netta che Pioli ha dato alla squadra in tempi rapidi, ci ritroveremo giorno 8 Marzo a giocarci un appuntamento con la storia, perché il Milan partirà da una posizione di vantaggio contro il Tottenham per la conquista dei quarti di finale di Champions, obiettivo che non centriamo dalla stagione 2011-2012, una vita fa. Saranno 90 minuti infernali, andare in uno stadio come quello di Wembley per una squadra così giovane può rappresentare uno scoglio psicologico duro ma volere è potere, ieri abbiamo dimostrato per 96 minuti che il Tottenham nonostante abbia una rosa, un progetto, possibilità economiche migliori delle nostre, è una squadra attaccabile con tanti punti deboli e un gioco di gran lunga peggiore del nostro.

Alla vigilia Pioli sembrava un pazzo nello sfidare Conte a specchio, alias il maestro del 3-5-2 sfidato da chi la difesa a 3 la fa appena appena da due gare piene, eppure Stefano è stato magistrale nel bloccare le fonti di gioco degli inglesi e soprattutto scegliere le zone giuste per ogni interprete del pacchetto arretrato. Far stare fuori capitan Calabria per la seconda partita di fila poteva sembrare ardito ma in questo momento Saelemakers garantisce più corsa e resistenza e infatti uno dei grandi spauracchi della serata Perisic è stato neutralizzato sempre. Il vero capolavoro è stato però rimescolare le carte nel reparto più allarmante della squadra, cioè la difesa. Se contro il Torino a fare i braccetti erano stati Kjaer e Thiaw con Kalulu centrale, ieri la scelta è stata quella di affidare a Kjaer le chiavi della zona centrale per controllare l'incubo Kane mentre per il velocissimo Son è stata consegnata la velocità di Kalulu e per il tecnico e fisico Kulusevski è toccato sorbirsi la fisicità devastante di un colosso che ieri ha trovato la consacrazione: MALICK THIAW! 
I risultati sono stati strabilianti, non c'è mai stata una contesa reale tra gli attaccanti del Tottenham e i difensori del Milan, raramente ricordo un Harry Kane così innocuo così come di rado ho avuto modo di vedere sia Son che Kulu arginati con facilità a tratti disarmante. Sia nell'anticipo che nei corpo a corpo, i 3 muri rossoneri hanno giganteggiato in lungo e in largo con mia grande sorpresa specie per il Generale Kjaer, tornato inaspettatamente devastante nella serata più difficile e importante, ai livelli pre-infortunio gravissimo del Novembre 2021. Ho contato almeno 3 chiusure da enciclopedia sul come difendere in area di rigore e questa è una notizia di capitale importanza per tutto l'ambiente rossonero che si augura di aver ritrovato il vero Simon. 

Per quanto riguarda Thiaw, onestamente avevo pochi dubbi. Negli scampoli di partita che Pioli gli ha concesso ho avuto sempre la sensazione di ammirare un professionista serio e affamato ma soprattutto con capacità fisiche e atletiche fuori dalla norma. La dirigenza su Malick ha fatto un investimento importante perché non spendi 8 mln per un ragazzo di 21 anni se in lui non intravedi qualcosa di speciale e mi sa che Maldini e Massara anche stavolta hanno pescato dal mazzo un altro potenziale pezzo da 90. Purtroppo in Italia si ricade nel solito vizio di volere tutto e subito, non si capisce che un ragazzo così giovane proveniente da una cultura, da un paese e da una squadra completamente diversa dalla realtà attuale, corre il rischio di bruciarsi al primo errore commesso. Molti infatti accusano Pioli di averci messo troppo tempo nell'impiegare il centrale tedesco ma nel post partita il mister è stato chiaro: "Malick aveva bisogno di tempo per ambientarsi nella nuova realtà ma con il tempo ha lavorato talmente bene da meritarsi queste chance". 
Ed è questo il messaggio da trasferire a tutti i giovani, con il lavoro incessante prima o poi si viene premiati, cosa che purtroppo non sembra capire Charles De Katelaere. Sul belga ormai ho bruttissime sensazioni, più lo vedo giocare e più la mia fiducia nei suoi confronti diminuisce, anche ieri si è esibito nel solito ingresso impalpabile con l'aggravante di un gol clamoroso sbagliato a dieci minuti dalla fine che avrebbe chiuso partita e forse qualificazione. Quel colpo di testa con un Forster andato a farfalle è stato carico di paura, impregnato del terrore di fallire e puntualmente Charles fallisce. Pioli gli ha dato fiducia immediata e reiterata, poi giustamente è stato fatto fuori per non appesantire la testa del ragazzo ma la situazione peggiora sempre di più, la mia sensazione è che siamo di fronte ad un ragazzo che sa giocare eccome a calcio ma che almeno per ora non ha la forza mentale per sopportare la maglia del Milan e tutto quello che ne consegue.

Felicissimo anche per la prova di Tatarusanu, mai realmente impegnato ieri ma nelle prese, nel governare la difesa e anche nei rilanci con i piedi migliora vistosamente gara dopo gara con mia grande meraviglia considerato ciò che ci ha abituato a farci vedere (ahinoi). 
Theo è questo, mai più rivisto sui suoi standard dopo la delusione mondiale ma poi riemerge puntualmente nel grande appuntamento surclassando Romero in occasione del gol di Diaz, idem Sandro Tonali che in questi appuntamenti fa riemergere tutto il suo milanismo strabordande da ogni poro e per poco non ci lascia la caviglia sul fallo killer di un Romero imbarazzante. Timidi segnali di risveglio da Leao anche se siamo ancora lontani dai suoi standard, mentre il povero Giroud ha elargito la sua solita commovente recita fatta di sacrificio e sudore senza però pungere perché rifornito pochissimo.

Alla domanda da un milione di euro: "ma quindi il Milan è finalmente guarito?" la mia risposta è NI'. 
Certamente non è lontanamente paragonabile alla squadra fatta di burro che ha preso 4 schiaffoni dalla Lazio e 5 dal Sassuolo ma non siamo neanche ai livelli dello straordinario Milan che ci ha abituato bene negli ultimi 2 anni e mezzo. La squadra è convalescente ma la via del recupero mi sembra segnata grazie agli accorgimenti tattici di Pioli che ha preso in tempo un treno che stava deragliando. Nelle ultime 3 gare il Milan è tornato a subire pochissimo, merito di una squadra che ha capito di non poter sostenere più il suo celebre 4-2-3-1 con ampie distanze e brava nel diventare umile con questo 3-4-2-1 che permette alla squadra di essere compatta, avere poca distanza tra i reparti anche a costo di una produzione offensiva che ancora resta limitata. Il prossimo passo è quello di ritornare a creare azioni pericolose con continuità mantenendo questa blindatura dietro, per il momento bisognava assolutamente fermare questa emoraggia dei gol presi a pioggia e Pioli ce l'ha fatta. 

Ieri si dirà che al Tottenham mancava il portiere e tutto il centrocampo ed è giusto sottolinearlo, altrettanto corretto è dire che noi con le assenze eravamo messi addirittura peggio. Se a loro mancavano Bentancur e soprattutto Hojbierg a noi mancava il termometro di tutta la manovra della squadra cioè Bennacer(nonostante Krunic per l'ennesima volta ha fornito indicazioni positivissime), ci mancava quello che per mio modesto parere è il difensore più forte della squadra cioè Tomori ed eravamo senza Maignan che ha un peso più importante di Lloris. 
La speranza è che tra 3 settimane siano abili e arruolabili, servirà l'apporto di ogni singolo big per scrivere la storia nell'inferno di Wembley e consentire a Pioli e a questo magnifico gruppo di entrare ancor di più nella storia del Diavolo. 

Ora l'imperativo è rituffarsi in campionato già da sabato, dove saremo attesi da un avversario difficilissimo come il Monza che addirittura è l'unica squadra imbattuta nel 2023 in Serie A. Servirà una squadra al 100% per non perdere punti su un campo che ha già mietuto molte vittime illustri e non complicare una classifica già ingarbugliata di suo perché tra l'Inter seconda e la Lazio sesta ballano appena appena 5 punti, ogni passo falso può costare carissimo e ok il Tottenham ma premesso che nessun club italiano può aspirare a vincere la Champions e che il Napoli ha già in tasca il campionato, il vero e unico grande obiettivo del Milan per prestigio, visibilità, possibilità di migliorare la squadra e migliorare i conti è quello di partecipare alla prossima Champions League senza sé e senza ma.