Pisa e Venezia che si scontrano allo stadio Arena Garibaldi - Romeo Anconetani con intenzioni diverse: la prima vuole mantenere salda la permanenza in zona playoff mentre l’Unione VeneziaMestre vuole continuare la striscia di risultati utili per evitare di essere risucchiata di nuovo nelle zone rischiose della classifica.

Gara molto calda, nonostante fosse una nebbiosa sera di Febbraio, un venerdì 17 che al Venezia di sfortuna ne ha portata tanta: una gara condizionata dal VAR, che sembra essere stata la fondamenta che ancora tiene in piedi quella torre famosa per essere inclinata, c’è da ammettere però che tutte le situazioni, e da tifoso arancioneroverde lo dico quasi piangendo, sono state analizzate correttamente.

Andiamo per gradi: il Venezia sfonda la barriera Pisana non dopo molti tentativi al 17’, in un'azione da manuale; Zampano dalla difesa inizia una corsa sulla fascia sinistra che farebbe invidia pure ad un Veneziano in ritardo per il vaporetto, cede per qualche istante il pallone a centrocampo da Pierini che subito glielo restituisce, per proseguire quasi fino alla fine del campo dove calcia il pallone in area, troppo lungo per il bomber Pohjanpalo, perfetto però per l’altro esterno Antonio Candela, che libero, di prima intenzione, calciando al volo, batte Nicolas, per trovare il primo gol in arancioneroverde.
Un Venezia che non si ferma e che colpisce azione dopo azione un Pisa in chiara difficoltà, ma che prova a concludere quasi più del Venezia, quantità ma non qualità, e tra passaggi e tiri si fa il 34’, il beniamino Tessman sfonda in area Pisana e viene abbattuto: calcio di rigore.
Il neo-capitano Pohjanpalo, freddo, forse un po' troppo, dal dischetto insacca, ma tra varie proteste e cartellini gialli che non sono assolutamente mancati nel corso della gara (10 ammonizioni totali), l’arbitro viene richiamato per la prima volta al VAR dando via ad un’epopea quasi surreale: calcio di rigore non valido per doppio tocco del numero 20, per farla breve Pohjanpalo a calciato con destro e ha leggermente sfiorato col pallone il piede sinistro che era in appoggio, ma il regolamento parla chiaro, dunque gol, che probabilmente avrebbe avviato i Lagunari verso la terza vittoria di fila, annullato.

Gli equilibri della gara però sono stati molto regolari dall’inizio rispetto alla fine della partita, Venezia in chiara supremazia, ma non netta, e che lasciava ogni tanto anche al Pisa qualche occasione; e ad una certa verso il 70’ Tessman sfiora la palla poco sotto la spalla con il braccio attaccato al corpo dopo un tiro-cross di Moreo, che si lamenta e porta il VAR ad intervenire di nuovo, e così arriva l'ennesimo calcio di rigore per fallo di mano della stagione contro il Venezia, che oramai farebbe concorrenza alle migliori squadre di pallavolo, o anche pallamano siccome lì ci sono le porte.
Gliozzi dagli 11 metri però sbaglia, e tutta la squadra vittima di ciò corre dal portiere Joronen a festeggiare… poteva finire qua? Assolutamente no, VAR e calcio di rigore da ribattere, siccome non c’erano entrambi i piedi di Joronen sulla linea al momento del tiro, però cosa si può dire? Il regolamento così recita.  Questa volta però Gliozzi fa centro perfetto, senza calciarsi il pallone sull'altro piede...
Prova Vanoli ad inserire i super-sub Johnsen (Out Pohjanpalo), che nei 20 minuti scarsi che ha giocato ha dimostrato veramente carattere e determinazione, e Novakovich (Out Pierini), che però delude un po’, e anche qui io mi pongo una domanda secondo me lecita: ma perchè non Cheryshev? Che da quanto ci è stato detto ora sta bene e che definirei per distacco più forte di Novakovich, nulla da togliere a quest'ultimo, assolutamente, ma la differenza tecnica è netta.

Alla fine di tutto però c’è da tornare sul bus per Venezia con orgoglio, 1 punto importantissimo per morale e classifica, contro una squadra che dal cambio di allenatore, avvenuto dopo la 7a giornata, a livello di punti è seconda solo al Frosinone capolista.
Il gioco di Vanoli e i nuovi innesti di gennaio si stanno amalgamando sempre meglio con i giocatori rimasti e l’eredità lasciata da un ormai quasi dimenticato Javorcic (ex allenatore).
Un gioco molto semplice, come lui stesso ha definito in conferenza stampa, di cui si nota chiaramente il funzionamento, azioni rapide costruite dal basso e che sfruttano la grande qualità tecnica e fisica che promuovono gli esterni di cui il Venezia può e deve andare molto fiero, in aggiunta a ciò un componente a centrocampo di grande qualità tecnica come Jajalo, voluto fortemente infatti da Vanoli, che riesce a dettare, come fosse un metronomo, i tempi e i ritmi di manovra di questo gruppo che amiamo e che sempre saremo a supportare.
Ottimo lavoro della difesa, con Svoboda che prende il posto da titolare in sostituzione a Ceppitelli, che nel mentre è rimasto a casa con la febbre a guardare alla TV i compagni che meritavano di più (ci ho fatto anche la rima). Purtroppo però sia Svoboda, sia Carboni e sia Hristov (che non ho capito cosa ci faccia in serie B, ma meglio per noi) rimediano una ammonizione che nel corso del campionato può far male.

Da tifoso posso solo che essere contento, e vedendo come sta girando la "nuova squadra" da febbraio, vengo spinto sempre di più a credere nella possibilità di permanenza nella categoria, ma non ci si può adagiare sugli allori, ora è tempo di partite difficili: prima Cagliari in casa (sperando si ripeti il clamoroso 1-4 dell’andata), poi capolista Frosinone e Bari, entrambe in trasferta. 
Forza Arancioneroverdi!