Mancano solo due settimane all’inizio del campionato.  Due settimane possono essere sufficienti per squadre come Napoli e Juventus, per esempio,  che non hanno effettuato molti cambiamenti nel proprio organico principale, per mettere a punto l’ultima fase di preparazione. Dopo il lavoro aerobico e atletico delle prime settimane di solito si impiega l’ultima parte per imprimere un’accelerazione sulla parte riguardante la brillantezza, la velocità, la rapidità da acquisire dopo i grandi carichi fisici e muscolari della prima parte. Nel Milan invece non si dovrà pensare solamente a questo. Quello che è successo nella dinamica campagna acquisti di questa estate è qualcosa di “anormale” sia per il numero dei nuovi innesti, per la loro differente qualità nelle caratteristiche dei singoli acquistati e per il cambio di modulo che ormai è praticamente deciso possa essere il 4-3-3. I meccanismi saranno per lo più nuovi, perché totalmente nuova è la composizione del centrocampo; nuovi interpreti ci saranno nella catena di sinistra (Reijnders) e ancor più nella catena di destra (Loftus Cheek, Chukwueze e Pulisic) e con Okafor, il quale dovrà ambientarsi prima di verificare in quale posizione può tornare più utile alla causa rossonera, in alternanza sia a Leao che a Giroud.

Meccanismi da imparare, da ripetere, da oliare in continuazione, come il pressing iniziale di Loftus Cheek ad inizio dell’impostazione avversaria e relativo scivolamento del terzino destro dentro al campo per accorciare in avanti, per chiudere gli spazi in modo da rendere il pressing coordinato e interpretato all’unisono.  Stessa cosa a sinistra con Reijnders e Theo Hernandez, che potranno spingersi in avanti solamente in maniera alternata così da coprire gli inserimenti del compagno che si è spinto in avanti. Persino nella difesa, quella che ha subito meno cambiamenti, c’è da registrare qualcosa soprattutto in termini di concentrazione e di attenzione costante, per ritornare a quella affidabilità mostrata soprattutto nella cavalcata finale dell’anno dello dello scudetto. Eppure questo non basterà.  Quando arrivano una decina di giocatori nuovi cambiano le dinamiche del gruppo, cambiano le relazioni che si erano cristallizzate e si impone la necessità di lavorare sotto l’aspetto umano, psicologico e caratteriale, sia dei nuovi che dello zoccolo duro rimasto.

E’ soprattutto l’allenatore che deve lavorare su questo e stabilire sin da subito obiettivi chiari, condivisi e comuni, così come studiare strategia e tattiche, prevedere inoltre una decisa disciplina interna, sviluppare un’ottima integrazione tra le capacità e i punti di debolezza dei giocatori da limare, e potenziare la condivisione della responsabilità, che deve essere di tutti. E’ indispensabile che tra i giocatori si formi un sano rapporto di convivenza che consenta a ciascuno di sentirsi soddisfatto di appartenere al gruppo.  Ci saranno quest’anno, finalmente, giocatori che possono alternarsi indifferentemente, dando comunque un apporto di qualità, soprattutto in fase offensiva.  Sarà cura dell’allenatore far sentire questi giocatori tutti sullo stesso piano, tutti “titolari” e favorire nel gruppo l’accettazione dei nuovi compagni, ciascuno con le  proprie caratteristiche e il proprio modo di vedere e di esprimersi.  Rispettare l’identità di ognuno, riconoscersi come compagni e supportarsi a vicenda.

L’adozione stabile di questi atteggiamenti sta alla base nelle interazioni tra giocatori e produce in genere una atmosfera relazionale di fondo più piacevole, rassicurante e quindi anche più produttiva. Formare un gruppo coeso sarà un obiettivo quasi impossibile da raggiungere in due sole settimane ma è necessario iniziare subito, adesso che altri tre nuovi giocatori, Okafor Musah e Chukuweze, entrano a pieno titolo in maniera stabile nel gruppo di lavoro.  La parola d’ordine è creare la coesione il prima possibile, in maniera da sviluppare di conseguenza un forte spirito di squadra, che è alla base di ogni successo. Il modo migliore per poter lavorare sulla coesione orientata sul compito individuale e collettivo è fare in modo che tutti gli appartenenti ad una squadra siano motivati a portare a termine il compito di squadra, al raggiungimento di un obiettivo comune, che tanto più è “sentito” dai membri di un gruppo, più è facile che diventi desiderio di tutti raggiungerlo.

Se tutti quanti i membri della squadra considerano importante la meta comune, saranno sicuramente più uniti nel cercare di raggiungerla e nel perseguirla anche nei momenti di difficoltà.

L’obiettivo deve essere stimolante per fare in modo che la motivazione a raggiungerlo sia sempre alta in tutti i membri.

Spetta allo Staff tecnico e al Coach Pioli in testa cercare di raggiungere tutto questo in tempi ragionevoli. Nell’anno dello scudetto ci è riuscito, credo che siano stati lo spirito di squadra e la coesione a permettere alla compagine rossonera, obiettivamente da quarto posto sulla carta, di raggiungere il massimo con la vittoria del campionato.

Il segreto del successo delle squadre sportive sta nella loro capacità di creare armonia: come un’orchestra, anche un team deve essere in grado di suonare in perfetta sincronia il suo brano. E’ solo dalla combinazione dei singoli strumenti in un’unità musicale superiore che si creerà l’armonia del suono e quindi il successo della composizione musicale. L’allenatore si giocherà molto della sua carriera futura quest’anno. Il futuro è oggi Mister Pioli, prenda la bacchetta in mano e diriga. Fiato alle trombe!