Molti addetti ai lavori ed anche tanti tifosi si interrogano sul perché non sia ancora stato acquistato un centrocampista capace di fare il Playmaker classico. In quel ruolo al momento si sta disimpegnando Rade Krunic, che in verità, pur essendo utilissimo e affidabile, non scalda né ha mai scaldato gli entusiasmi di gran parte del popolo rossonero.

L’ultimo acquisto è Yunus Musah, anch’egli non considerato fino ad ora un playmaker.
Una risposta potrebbe essere che i dirigenti del Milan, allenatore d’accordo, ritengono semplicemente di NON acquistarlo VOLUTAMENTE perché l’intento è di costruire la manovra in modo più corale e con ruoli di centrocampo, e non solo, completamente intercambiabili.

Tutti e tre gli acquisti di centrocampo si caratterizzano per avere la capacità di intercettare l’azione avversaria ed essere capaci di farla ripartire immediatamente, senza troppi passaggi orizzontali, tipo tic-toc a cucire il gioco, ma cercando di ripartire con verticalizzazioni, tentando anche di portar palla per una decina di metri magari, per premiare i movimenti negli spazi vuoti dei compagni.
Stessa cosa si avrà sulle fasce dove si prediligerà l’uno contro uno sia a destra che a sinistra.
Un gioco fatto di velocità in verticale, di triangolazioni veloci, per arrivare a mettere nelle migliori condizioni le ali per sprigionare azioni pericolose verso la porta avversaria.

Tutti e tre gli acquisti di centrocampo hanno quindi la capacità di essere sia interditori che sufficientemente tecnici e capaci di impostare il gioco con ripartenze veloci (come per esempio Loftus Cheek e Musah) ma anche di trovare le imbucate per i compagni attaccanti (come per esempio sa fare molto bene Reijnders).
Non solo nuovo modulo quindi ma anche abbandonare una concezione monocorde di base, per una nuova impostazione della manovra, più rapida, più veloce, più verticale per cercare di sorprendere le difese avversarie. Vedremo.
Sarà come sempre il campo il giudice supremo.