Tutti ci siamo innamorati del calcio da ragazzi, è a quell’età che si sprigiona la passione per questo bellissimo sport.  Poi passano gli anni ma se esiste un luogo in cui si ritorna con lo stesso spirito dell’adolescenza è proprio lo stadio, con la sua elettrizzante atmosfera, le luci, i cori, le bandiere della propria squadra del cuore che sventolano e che ci riempiono di speranze di vittoria  e gloria per i propri colori.

Da adulti è proprio allo stadio che si ritorna ragazzini, esattamente in quei 90 minuti, solo li vediamo persone di ogni ceto sociale e di ogni età, anche settantenni, che saltellano cantando “chi non salta nerazzurro è!”. Ma cos’è che sprigiona la fantasia dei giovanissimi, quali gesta e quali tipi di calciatori più di altri esaltano questa passione e li portano a cercare la maglia col numero del proprio idolo. Sono i giocatori che inventano passaggi illuminanti, che riescono a dribblare il proprio avversario con delle finte di corpo incredibili che mandano in visibilio tutto lo stadio, che sono il fulcro principale per cui poi avverrà la finalizzazione che gonfierà finalmente la rete. La tecnica, la rapidità di esecuzione, i tunnel, lo scartare gli avversari come birilli ed il gol sono sempre stati gli ingredienti più apprezzati, più cercati, quelli per cui certe giocate  “valgono da sole il prezzo del biglietto”. Fino ad ora il Milan ha offerto questa imprevedibilità, questa fantasia, questi dribbling, queste scorribande solamente sulla fascia sinistra, la fascia dove ha imperversato Theo Hernandez con le sue mitiche galoppate in progressione e slalom e soprattutto ancora la fascia di Rafael Leao, il giocatore che più di ogni altro accende la fantasia e ruba l’occhio con quel suo strapotere fisico nel “doppio passo” e la sua tecnica nel superare gli avversari in dribbling per andare al tiro lui stesso o per offrire un “cioccolatino” per Giroud o per il centrocampista che “a rimorchio” si sta inserendo in area.
E dall’altra parte? Nella fascia destra? Chi ha giocato a destra, sia come esterno offensivo che difensivo, ha sempre cercato di fare da “equilibratore” della manovra, per riuscire a mantenere le giuste distanze e tentare di chiudere quegli spazi che un azione molto offensiva poteva lasciare troppo liberi. Poca la fantasia in azione offensiva, sia che ci giocasse Messias sia che giocasse Saelemaekers, perché se anche avessero voluto non hanno nelle corse la stessa abilità tecnica di alto livello che possiedono i loro compagni della fascia sinistra.
Che cosa ha voluto cambiare quest’anno la società in completo accordo con lo Staff Tecnico? Semplice a dirsi più difficile forse sarà a realizzarsi, ma di questo si tratta: sfondare in velocità e tecnica anche a destra esattamente come riesce a fare Leao a sinistra!
Una situazione del genere abbisogna però, a maggior ragione visto l’aumento di giocatori prettamente d’attacco, di un accorgimento a centrocampo: via il trequartista centrale classico e l’inserimento di un centrocampista che si spinge solo in certe circostanze in posizione di trequarti ma che ha il passo, la forza, il fisico, cioè le “phisique du role” per svolgere a pieno titolo il ruolo di terzo centrocampista nella transizione negativa soprattutto in fase difensiva. In questo modo si può collocare nella fascia destra offensiva un giocatore che ha tutte le caratteristiche tipiche di velocità, di tecnica, di rapidità, di capacità di puntare l’uomo e superarlo, di creare quella superiorità numerica che grazie ad un dribbling riuscito in velocità si può avere, perché niente più di questo mette in difficoltà le difese avversarie.
Il Milan pensa di averlo trovato, i tifosi sperano fortemente che sia così ed il suo nome è Samuel Chukuweze, ecco, finalmente sarà lui la seconda freccia del Milan.
Partiamo dalla posizione che, sicuramente, sarà quella da lui occupata in campo: esterno destro alto. Proprio in tale ruolo, infatti, il nigeriano ha saputo imporsi in questi anni al Villarreal, club nel quale ha militato per cinque stagioni a partire dal 2018. Una posizione che ne esalta le caratteristiche: perché Chukwueze ama partire largo per poi convergere al centro e calciare in porta con il sinistro, suo piede naturale. Un modo di giocare che ricorda quello che era proprio di Arjen Robben, tanto da guadagnarsi, non a caso, l'appellativo di "Robben nigeriano". Una delle sue qualità migliori è infatti proprio la rapidità e la capacità nell'uno contro uno, caratteristiche che nella rosa rossonera della passata stagione mancavano: Saelemaekers, ad esempio, è giocatore tatticamente disciplinato e ordinato, ma privo di quei guizzi propri di Chukwueze, mentre Messias, pur avendo un modo di giocare per certi versi simile, ha probabilmente un tasso tecnico inferiore. Ma c'è anche un'altra dote in più che Chukwueze porterà ai rossoneri: il feeling con il gol. L'ormai ex Villarreal nel corso della sua esperienza spagnola ha realizzato complessivamente 37 reti, di cui 13 gol soltanto nell'ultima stagione (6 in Liga, 4 in Coppa del Re e 3 in Conference League).
Numeri che dimostrano come il nigeriano sappia essere letale anche sotto porta: qualità fondamentale per una squadra, come quella rossonera, che nell'ultima stagione ha manifestato qualche problema di troppo proprio nel proprio reparto offensivo. Gol e assist a destra come a sinistra finalmente nelle intenzioni del Milan, i due esterni sfreccieranno una volta ciascuno, sarà più difficile costruire una gabbia su Leao, mettendoci uno o due uomini in più a marcarlo in prima ed in seconda battuta come è stato spesso fatto lo scorso anno, per il motivo semplicissimo che non si possono costruire gabbie per tutti. La difesa avversaria si dovrà preoccupare di chiudere con attenzione sia su Leao che su Chukwueze in egual misura e avranno il loro bel da fare. 

Sarà il campo il giudice supremo che decreterà se questo progetto sarà andato a buon fine. Tocca allo Staff tecnico adesso oliare i meccanismi e amalgamare il tutto nel più breve tempo possibile, e non sarà semplice. Tocca a loro mentre i tifosi possono invece sognare che tutto si realizzi davanti ai loro occhi già nel primo mese di campionato. I ragazzini di oggi e noi ormai adulti attempati, che allo stadio non siamo altro che i ragazzini di sempre, non vediamo l’ora di vedere soprattutto loro due, Leao e Chukwueze, sfrecciare sulle fasce e imperversare con i loro dribbling e le loro finte verso l’area avversaria.