Sarà un'estate tremenda per il popolo rossonero e non solo per i tanti anticicloni africani che renderanno il clima incandescente. In poche settimane il club rossonero sarà costretto a rivoluzionare la sua rosa, dando l'addio quasi scontato ai suoi miglior talenti, che porteranno nelle casse della società una manciata di sorrisi; ai tifosi invece un po' meno, perchè considerano questo nuovo Milan debole e poco competitivo, così come molti "addetti ai lavori" o esperti, che parlano di Europa League come massimo e già difficile obiettivo per la squadra del futuro tecnico rossonero Marco Giampaolo. Il Milan ha bruscamente intrapreso una nuova strada, caratterizzata dal contenimento dei costi, dalla sistemazione di un bilancio perennemente in rosso e da un rinnovamento e ringiovanimento della rosa, purtroppo mai come in questo caso "di ogni necessità bisogna fare virtù".

Certamente non è facile rinunciare a grandi nomi che hanno portato negli anni dell'era Berlusconi il Diavolo a competere con le più grandi squadre d'Europa, questo nuovo progetto può sembrare semplicemente folle e azzera ambizioni e obiettivi per la stagione che tra qualche mese prenderà inizio: impossibile pensare allo scudetto, quasi impossibile sognare la coppa "dalle grandi orecchie" per una squadra che all'apparenza sembra inferiore a molte altre nel panorama europeo (e anche italiano). In questi ultimi mesi, però, il calcio ha insegnato a tutti che non sempre vincono i migliori sulla carta e che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare come ci dice il popolare proverbio.

Ecco perchè la squadra campione d'Europa è il Liverpool e non le favoritissime Barcellona e Real Madrid; ecco perchè un Italia poco quotata guidata da Roberto Mancini e ricca di giovani talenti di prospettiva sorprende sempre di più. Tutto questo deve far sperare, anche se non illudere: nel calcio contano molto la classe e le doti individuali, ma sono ancor più fondamentali le motivazioni, il saper far gruppo e giocare da squadra, e se c'è una cosa che non può e non deve mancare a questo Milan sono proprio le motivazioni di giocatori snobbati da tutti, in primis dai propri tifosi, disperati e afflitti nel ricordo di un squadra campione.

Nessuno dà credito a questa squadra e proprio ciò deve dare la spinta per andare oltre i propri limiti e far ricredere gli scettici; con impegno, grinta e straordinarie motivazioni si possono fare autentiche imprese e ribaltare i pronostici, ma ci vuole gente che ci creda, dentro e fuori dal campo. Evidentemente nel mondo del calcio non esistono più valori se non quelli economici e della vittoria senza far fatica ed è per questo motivo che bisogna evitare di affezionarsi ai giocatori moderni, autentici mercenari comandati come marionette dai loro procuratori; come si dice spesso i giocatori passano ma il Milan resta e, allora, almeno i tifosi facciano i tifosi e cerchino di essere davvero il 12° giocatore in campo per una squadra che mai come ora ne ha bisogno

In conclusione: il Milan ha deciso di voltare pagina ed è l'ennesimo anno zero di una nuova era; diamogli fiducia e cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno anche se non è facile; sicuramente San Siro nelle prime partite sarà desolatamente semivuoto, ma si spera almeno che chi ci sarà vorrà far sentire il suo incitamento ai ragazzi in campo che, in fondo, non hanno alcuna colpa per questa situazione e promettono il massimo impegno per la causa rossonera. Non avrebbe senso venire allo stadio per brontolare, mugugnare e contestare, in quest'occasione vale il detto "meglio pochi ma buoni". Essere fiduciosi e ottimisti sembra una pazzia, ma in fondo non costa niente e magari un giorno potremmo scoprire di aver fatto bene e che Lucifero non è solo un rovente anticiclone estivo ma il simbolo di una squadra davvero diabolica capace di imprese insperate e inattese.