"Milan al verde"

Nel periodo in esame sotto occhio vigile della Uefa, il club rossonero ha speso 377 milioni incassandone solo 122, un bilancio che, farebbe tremare "anche la più grande mente finanziaria  al mondo" .
C'è una statistica che vede il Milan sul podio europeo, addirittura sul secondo gradino, stretto fra PSG, nettamente primo, e Manchester City al terzo posto.Ecco perché i tifosi rossoneri non dormiranno sogni tranquilli. 

A parlarne è uno dei siti ufficiali che tratta di calciomercato. Transfermarkt e si basa sul passivo fra quanto speso in acquisti e quanto incassato dalle cessioni nelle ultime due stagioni a livello europeo. E il Milan ci entra a piè pari, iscrivendo il proprio nome vicino, anzi per lo più davanti, ai principali top club del continente.

Negli ultimi anni della gestione Berlusconi, il mercato rossonero si era mosso quasi sotto traccia, senza grandi colpi di fine mercato tanto meno con acquisti di  player  mondiali, cosa che, avrebbe dovuto far alzar le antenne a tutto il popolo rossonero. 

Calciomercato Milan: passivo record negli ultimi due anni

La situazione ereditata da Mister Li e dal suo staff, dunque, non era affatto delle più semplici.
Occorreva muoversi sul mercato e questo, va dato atto alla pur controversa proprietà cinese, è stato fatto. Il giudizio, poi, sul modus operandi adottato sta nei risultati ottenuti sul campo e nelle cifre che seguono.

Fra il giugno e i primi di luglio 2017 Fassone e Mirabelli si sono mossi con decisione e rapidità. Kalinic, Musacchio, Rodriguez, Biglia, in preda a un raptus bulimico, poi ancora Calhanoglu, Andre Silva, Conti, Borini, Kessié in prestito, fino al colpo Bonucci, 42 milioni, il più caro. Un conto totale da brividi: quasi 200 milioni - 191,98 per la precisione - a fronte di 35,5 incassati.

Poi in estate il subentro di Elliott per le inadempienze di Mister Li, l'arrivo di Leonardo e il mercato, a cavallo fra le due gestioni, non poteva non risentirne. Comunque, fra la sessione estiva e quella invernale, nella riga uscite c'è scritto 185,50 e in quella delle entrate 87,30. Un po' meglio, ma non ancora abbastanza. Anche perché l'Uefa ha acceso i riflettori del Fair Play Finanziario e a dicembre arriva la prima sentenza: 12 milioni di multa e rosa ridotta nelle prossime due stagioni europee. Nonostante tutto, Leonardo fa i salti mortali e a gennaio, liberatosi dell'ingaggio di Higuain, riesce a piazzare due colpi qualitativamente straordinari, come Piatek e Paquetà, perché l'obiettivo rimane pur sempre un posto in Champions League. 

Ennesimo fallimento - purtroppo o per sfortuna anche questo fine stagione, non ha regalato un surplus di entrate nelle casse rossonere, infatti il club ha fallito completamente l'ingresso in Champions League che, in qualche modo avrebbe fatto respirare per lo meno in modo parziale, il colosso americano Elliot. 

Ricordiamo infatti che per la stagione ultimata  2018/2019, le uscite dopo le sessioni di mercato sono di ben 185.50 mln di euro contro un baget di entrata di quasi 90 mln, molto meglio rispetto agli anni passati ma tutto ciò non basta per scrollarsi dalle spalle l'occhio vigile della Uefa.

Le altre big  

La situazione invece sembra essere ben differente per le altre grandi sorelle.

La Juventus, per esempio, pur avendo investito massicciamente per prendere Cristiano Ronaldo, ha un passivo nello stesso biennio di 167 milioni - rilevante, peraltro, il numero degli acquisti e delle cessioni dei bianconeri, quasi 7 volte quello del Manchester United -.

L'Inter di 54 e il Napoli di 14. Molto più virtuose sono le romane: l'oculato tandem Lotito-Tare ha consentito alla Lazio di chiudere in attivo di oltre 34 milioni. Segno più anche per la Roma che, grazie al tanto vituperato Monchi, negli ultimi due anni ha accantonato addirittura 76,87 milioni.

Per concludere infine "povero diavolo che pena mi fa".