Il Milan di Pioli è la sorpresa più grande del campionato. Partiti per tentare di acchiappare il quarto posto, ultimo utile per la qualificazione in Champions League, i rossoneri sono in testa alla classifica dopo quindici giornate. E' una squadra di giovanissimi che corre tanto, attacca gli spazi, fa pressing ragionato, gioca in velocità a uno o due tocchi ed è votata all'attacco. Sinceramente, sembra una squadra di Ralf Rangnick. E nessuno mi toglie dalla testa che Stefano Pioli, grazie alla sua notevole conoscenza del gioco del calcio, non si sia detto, fra sé e sé: "Visto che in società vogliono una squadra di giovani dal gioco spettacolare, gli faccio vedere che un gruppo così io lo so guidare. E bene". In effetti non si ricordano squadre allenate dal tecnico di Parma così portate al gioco d'attacco. Pioli ha ben interpretato i desideri della dirigenza e l'ha fatto coinvolgendo i giocatori a sua disposizione, allontanando così l'ombra del mister tedesco. Oggi il Milan è una squadra molto unita nello spogliatoio e fuori. Non vincerà lo scudetto, ma in epoca di ristrettezze dovute al Covid ha già segnato una strada interessante che altre squadre stanno mostrando di voler seguire: acquistare giovani giocatori da far crescere e ai quali affidare un gioco spettacolare.

Tuttavia, per continuare a stupire e centrare l'obiettivo del quarto posto, il Milan ha bisogno di qualche rinforzo. Impegnato su tre fronti: campionato, Europa League e Coppa Italia, il Diavolo ha gli uomini contati ormai da troppe settimane, vuoi per infortuni, vuoi per Covid. Il problema più grande è in mediana, dove sono solo tre i giocatori di ruolo: Kessiè, Bennacer e Tonali. Il 6 gennaio i rossoneri affronteranno una corazzata come la Juventus senza gli ultimi due (uno infortunato e l'altro squalificato) e adatteranno Rade Krunic nel ruolo di mediano sinistro. Krunic è un trequartista e soffre il giocare in quella posizione, particolarmente quando è costretto a marcare un avversario in ripiegamento. Non è un vantaggio tattico che si può regalare a nessuno, né in campionato né in Europa League.

Ma quali giocatori acquistare se, come noto, i rossoneri hanno un bilancio in negativo per 195 milioni e zero entrate dalle vendite di biglietti (come, del resto, tutte le altre società)? Appare inevitabile il ricorso a prestiti gratuiti e senza obbligo di riscatto oppure, soluzione più rischiosa ma più “solleticante”, l’acquisto a costi bassi ma a titolo definitivo di altri giovani in grado di crescere nel tempo. Io ricordo una squadra che fece questa cosa: proprio la Juventus di fine anni Sessanta del secolo scorso che riempì la squadra di giovani (Causio, Anastasi, Cuccureddu, Bettega, Spinosi, Capello…) e, dopo qualche piazzamento, iniziò un ciclo lungo e vincente innestando su una squadra giovane ma già collaudata uno o due giocatori ogni anno.
Sarà quest’ultima la strada che seguirà il trio Maldini, Massara e Moncada? Sembrerebbe proprio così, visti i nomi che circolano sia per la mediana (Kouadio Konè, classe 2000 che gioca nel Tolosa in Ligue 2 e Imran Louza, 21enne centrale e mediano del Nantes); sia per la difesa, reparto nel quale il Milan vorrebbe inserire un altro centrale (si parla tanto di Mohamed Simakan, ventenne dello Strasburgo). Discorso parzialmente diverso per l’attacco. I dirigenti rossoneri, se si presentasse una buona occasione, vorrebbero una punta in grado di sostituire Ibrahimovic nelle occasioni nelle quali il 40enne svedese non potrà scendere in campo. La scelta è fra un giocatore maturo in prestito, il quale accetti la panchina, o l’ennesimo giovane da far crescere all’ombra dello svedese. Considerando che in quel reparto i giovani abbondano (Leao, Colombo, Maldini), dovesse presentarsi l’occasione, è pensabile arrivi un calciatore esperto.