Da anni si parla di riforma dei campionati di calcio, perlomeno per quel che riguarda le tre serie più importanti: A, B e C. La riforma dovrebbe riguardare, essenzialmente, il numero di squadre partecipanti ai tre campionati maggiori che oggi sono 100: 20 per ogni girone della serie C (per un totale di 60 team); 20 in serie B e 20 in serie A.

L'ipotesi di ridurre il numero di squadre partecipanti ai massimi tornei calcistici nasce dal fatto che, specialmente in serie C, si fatica ad avere un numero di società con i conti davvero in ordine e in grado di reggere la categoria: 60 squadre sono una assurdità, soprattutto in tempi di vacche magre come questi e i fallimenti si susseguono a ritmi vertiginosi.
Che farebbero, allora, una Federazione e delle Leghe realmente interessate al bene del calcio? Opererebbero un restringimento della "vetta del movimento" per aumentare la competitività e l'appetibilità, anche televisiva ma non solo, delle partite.

Detto chiaramente: serie A a 16 squadre con due retrocessioni: una diretta (l'ultima della classifica) e play-out retrocessione dalla quintultima alla penultima. Dipendesse da me, io metterei in campo anche i play-off scudetto fra le prime otto, con partite di andata e ritorno e una regolamento che premi, in caso di due pareggi, la squadra meglio classificata al termine della stagione regolare. Al termine della post-season, si avrebbero anche i posizionamenti Uefa per vedere chi va in Champions (le quattro semifinaliste), chi in Europa Leage e chi resta fuori. Serie B a 18 squadre con due promozioni (una diretta, l'altra con play-off dalla seconda alla nona classificata). Due sole retrocessioni: una diretta e l'altra con play out come in serie A. Serie C divisa in due gironi ma non paritari, bensì con una C1 a 20 squadre e una C2 con altre 20. Queste due categorie sarebbero da ritenersi semiprofessionistiche. Dalla C1 (che sarebbe la vecchia C ridotta da 60 a 20 squadre), salirebbero due soli team: il primo in maniera diretta e il secondo con play-off, come nelle altre serie. Uguali anche i meccanismi per la retrocessione.

In questo modo si passerebbe ad un movimento di vertice con 54 squadre al posto delle attuali 100. Quali i vantaggi per le società, gli sportivi e le televisioni?

Le partite sarebbero tutte più spettacolari, soprattutto quelle di serie A. Vincere e fare tre punti conterebbe molto di più in un campionato di 30 giornate rispetto a uno che ne conta 38. Pareggiare sarebbe ancora più inutile di quanto non lo sia ora e, in teoria, le squadre dovrebbero essere più portate a giocare per vincere piuttosto che speculare. Ci sarebbero molte più partite "decisive" e le Tv sarebbero molto più contente di pagare per far vedere ai propri abbonati match più importanti anzichè, ad esempio (mi perdonino i tifosi di queste due squadre), un Sassuolo - Brescia che interessa, di solito, solo i tifosi di quelle due squadre. Le Tv non pagano per la quantità di partite che trasmettono ma per la qualità. Con i play-off le società di serie A potrebbero spuntare cifre da capogiro. Come questi soldi poi vengano ripartiti, questo è un altro discorso...
Inoltre, si eliminerebbero, in questo modo, i turni infrasettimanali e si darebbe più tempo alle società impegnate in Europa e anche alla nazionale di prepararsi con più calma.
Un discorso a parte meriterebbe la Coppa Italia, competizione oggi letteralmente mal sopportata e sempre più bistrattata. Sarebbe utile si disputasse come in Francia, dove tutte le squadre possono iscriversi e si disputano turni preliminari infiniti, fino ad arrivare ai 32esimi, turno nel quale cominciano a scendere in competizione le squadre al vertice del movimento. Una formula del genere, a eliminazione diretta sul campo della squadra meglio classificata nella stagione precedente, accenderebbe l'interesse fin da subito e darebbe la possibilità, seppur teorica, anche a squadre di dilettanti di giocare per il titolo. Successe nel 2000 in Francia al Calais, squadra formata da postini, pescatori, impiegati, fornai, maestri elementari e idraulici che arrivò in finale (perdendo 2 a 1 col Nantes) ma battendo, lungo la strada, i campioni di Francia del Bordeaux in semifinale e prima il Lille, il Cannes, lo Strasburgo. Tuute squadre di Ligue 1 o Ligue 2. Inutile dire che gli stadi erano pieni per vedere cosa combinava il Calais e che tutti i francesi, davanti alle tv, simpatizzavano per i "canarini".

Sarebbe un modo per ridare interesse alla competizione e per dare una chance a Davide, di battere Golia. Naturalmente tutto quello che ho scritto non si avvererà mai. Nessuno in Federazione o nelle Leghe o fra i presidenti delle società sembra avere realmente a cuore il movimento del quale fa parte. Tutti paiono badare solo ai propri interessi. E pensano di sopravvivere in questo modo. Eppure i bilanci in rosso, gli stadi semivuoti, la mancanza di successi internazionali... tutto ci dice che il modello non è vincente. I dinosauri erano i padroni della Terra...
E' bastato un meteorite.