Inseguiti dal coronavirus e chiusi in casa per sfuggirgli; attaccati a tv e siti internet per seguire la conta dei morti e degli "appestati", siamo tutti in trepidante attesa di una qualche notizia positiva. Di numeri che segnino una inversione di rotta nei contagi, nei morti, nell'espansione del virus.

In un clima del genere, scrivere di calcio può sembrare una blasfemia. E invece no. E' un modo per tracciare la speranza di un domani tornato finalmente normale. Quando la malattia e la sopravvivenza non saranno le preoccupazioni più grandi. Quando torneranno ad esserlo il lavoro, le bollette da pagare, il mutuo da rifondere, i figli, la scuola... E il calcio sarà tornato nei suoi ambiti naturali: la passione e il tifo.

Allora, per tenere acceso il lume della speranza, dedichiamoci a un articolo di pura fantasia. Un esercizio di stile che fra qualche settimana, magari, potrà anche essere oggetto di lazzi e sorrisi, se quanto scritto non trovasse riscontro (come molto probabilmente avverrà). Ma perchè non provarci comunque? Nei tempi dilatati che ti regala la quarantena, c'è tempo per farlo, per cui... Da qui il titolo del tutto provocatorio: "Il Milan di Rangnick". Un puro esercizio di stile, come anticipatovi.

Proviamo, cioè, a immaginare l'eventuale Milan del Ds/allenatore tedesco. Visti i desiderata della proprietà (stipendi sotto i 2,5 milioni netti e giocatori giovani), sembrano destinati a lasciare Milanello i fratelli Donnarumma (7 milioni netti complessivi) e Romagnoli (3,5) per i loro compensi fuori parametro. Musacchio (2,0), Biglia (3,5), Bonaventura (2,0) e Ibrahimovic (6,0) anche per sopraggiunti limiti di età e di contratto. Per il monumento svedese e per il fragile argentino, c'è poi anche un terzo problema: incompatibilità tattica con le esigenze del gegenpressing germanico. Rinunce dolorose e difficilmente sostituibili: un Ibraimovich non lo trovi ad ogni angolo di strada. E neanche un Gigio, destinato a diventare il più forte di tutti. Anche Romagnoli potrebbe essere più rimpianto di quanto la tifoseria oggi possa immaginare. Ma al diktat padronale non si sfugge.

E chi potrebbe arrivare? La cosa più facile da pensare è che sbarcheranno a Milanello molti atleti del mondo "Red Bull". La multinazionale austriaca controlla diverse società calcistiche nel mondo. Le più conosciute sono: New York Red Bulls, Red Bull Salisburgo, Red Bull Bragantino, Red Bull Ghana, RB Lipsia. Manca un top club. E il Milan, che sarà messo in vendita dai Singer, è l'occasione giusta per avere un veicolo di marketing perfetto per le bibite energetiche d'oltralpe. Un marchio conosciuto nel mondo che ha bisogno di essere rifondato, rinfrescato, ringiovanito. Prodotto (bibita energetica) e veicolo (Ac Milan), sembrano fatti l'uno per l'altro. Intanto, Rangnick si va a piazzare sul ponte di comando con tutta la responsabilità tecnica (e un contratto di tre anni). Poi, fra un paio d'anni, quando il prodotto Milan sarà davvero appetibile grazie alle cure teutoniche (e non all'81esimo posto nel ranking Uefa, come ora), magari la Red Bull potrebbe essere l'acquirente ad hoc per il fondo Elliot visto che nel Milan ci avrebbe già piazzato tecnici, dirigenti e giocatori. Come vi ho detto, si tratta di un articolo di pura fantasia...

Torniamo ai giocatori: partono i Donnarumma ma chi arriva? Il nome sulla bocca di tutti è quello di Juan Musso, argentino dell'Udinese. Potrebbe essere ma c'è la concorrenza di molti altri club. Quindi attenzione a Cleiton, portire 22enne del Bragantino. E' alto 1,90, ha uno stile molto grezzo, direi bruttino. Però, sembra efficace nelle uscite alte e basse (dove copre bene la porta e para un po' con tutto: braccia, gambe, petto). Il pregio maggiore pare essere il colpo di reni. Nel Bragantino gioca (non tanto), un centrale difensivo mancino di 22 anni che ama uscire palla al piede e proporre passaggi filtranti e lunghi per i compagni. E' in prestito dal Corinthians e si chiama Matheus Jesus. Non è niente di che se non fosse che... ha passaporto italiano. Potrebbe essere un'attrazione irresistibile per una società come il Milan a caccia di affari, o presunti tali, a basso e bassissimo costo. Per il ruolo di laterale difensivo destro potrebbe arrivare dal Lipsia Lukas Klostermann che ha anche il pregio di saper coprire tutti i ruoli della difesa. Ha 23 anni ed è alto 1,90. Non dovrebbe costare più di 25/30 milioni e l'ingaggio è ovviamente in linea con le esigenze. Per il centrocampo si fa il nome del 19enne ungherese dell RB Salisburgo Dominik Szoboszlai. Si porta a casa con 10/15 milioni. Gioca prevalentemente a sinistra nella linea di centrocampo. E' dinamico, ha dribbling e serve assist più che fare gol. Può giocare anche da trequartista. Il resto del centrocampo rossonero, potrebbe rimanere praticamente uguale a quello di questa stagione. Oltre a Biglia e Bonaventura che certamente saluteranno, a rischiare di brutto sono Rebic (se gioca come nell'ultima di campionato contro il Genoa) e Paquetà che non sembra un atleta particolarmente adatto alla velocità e alla aggressività che Rangnick richiede ai centrocampisti.

Il vero problema è l'attacco. Si deve cercare un centravanti bravo a trasformarsi nel primo difensore votato alla subitanea riconquista della palla come da manuale del gegenpressing. Chi parla di Timo Werner non sa quello che dice... troppo caro per le esangui casse milaniste. In questo ruolo, perso Ibra, davvero il diavolo non sa a che santo votarsi. E così chiudiamo questo articolo di fantasia... con un bel paradosso.