Allegri è il mister 'italiano', il classico italiano amato o odiato a seconda del tifo, e a volte odiato anche dai suoi stessi tifosi, eppure i fatti sembrano quasi sempre dargli ragione.
Alla fine della stagione è andata in onda su DAZN TeoreMAX una simpatica intervista di Barzagli al mister bianconero, che ho seguito con attenzione. La cosa che più mi piace di Allegri è la semplicità, il non ricorrere agli inutili e spesso dannosi estetismi, che piacciono a tutti (a parole) ma alla fine se non arrivano i risultati lasciano il tempo che trovano.
Il passaggio di Allegri sul Real di Ancelotti, fresco vincitore di Champions, è chiaro: “Nessuno parla del gioco ma dei campioni (del Real)". Insomma, il pragmatismo dello juventino a me piace, alla fine contano i risultati. Che però nella scorsa stagione non ci sono stati. E allora? Possiamo sperare in qualcosa di meglio? Io, personalmente, sono molto fiducioso.

FIDUCIA - La fiducia mi sovviene dall’anno appena trascorso, e mi spiego meglio. Allegri veniva da 2 anni di stop, da una Juve dominante e sorretta da un centrocampo maestoso. In questi 2 anni è cambiato il calcio (per esempio le 5 sostituzioni) ma soprattutto è cambiata la Juve, sia a livello societario che in termini di rosa. Diciamolo chiaramente, la rosa della Juve nei titolari era nettamente inferiore alle altre. Non dimentichiamo che Vlahovic e Zakaria sono arrivati a gennaio, e da gennaio la Juve è stata una delle migliori squadre (la migliore sino alla matematica qualificazione in Champions, poi si sono mollati gli ormeggi).
La miglior qualità di Allegri era (è, spero) quella di saper leggere le partite e raramente ricordo cambi/letture sbagliati (a parte la finale di Cardiff dove il secondo tempo è stato deciso in maniera negativa dal mister). Entrava sempre il giocatore giusto al momento giusto.
Come si diceva, nei 2 anni sabbatici i cambi sono diventati 5 e, se è vero che la Juve a volte numericamente i 5 cambi non li aveva a disposizione, quest’anno sono mancati propri i cambi azzeccati (numeri alla mano, i cambi di Inter e Atalanta hanno portato 13 gol, quelli della Juve 6). È mancata la capacità di capire il momento e probabilmente è una qualità che se stai 2 anni fermo mentre gli altri si muovono, ti portano immancabilmente a rincorrere anche l’ordinario. Ora però il mister ha avuto quest’anno per addentrarsi nelle dinamiche del campionato e delle competizioni europee, quindi mi aspetto un deciso passo avanti sotto questo punto di vista e sono anche abbastanza fiducioso della cosa. Allegri tutto è tranne che stupido, perché se è vero che in Italia sono più i suoi detrattori che estimatori, è anche vero che se Real e PSG ti cercano, probabilmente non sei così brocco come tanti affermano.

INFORTUNI – La scorsa stagione è stata, ancora una volta, un supplizio per quel che concerne gli infortunati in casa Juventus (si parla di 80% di infortuni di natura muscolare). Riprendendo quanto sopra esposto, è capitato anche che la Juve non avesse fisicamente gli uomini per effettuare i 5 cambi e quindi si era quasi sempre con gli stessi a giocare e magari si è visto Danilo davanti alla difesa, Cuadrado mezzala, Chiesa falso nueve con Kean, Dybala e Morata fuori nella partita d’andata di Champions contro il Chelsea (vinta dai bianconeri 1-0). Anche qui sembra cambiare qualcosa, infatti dovrebbero cambiare staff medico e fisioterapisti con la speranza che si risolva questo problema.  

MERCATO – Quest’anno Max ha decisamente voce in capitolo per quanto riguarda il mercato. Se Pogba è un acquisto da Juve per brand, popolarità, età, caratteristiche ambientali, Di Maria è espressa richiesta di Allegri, un acquisto che magari la società non aveva nemmeno preso in considerazione perché 7 mln netti, senza poter approfittare del decreto Crescita (il contratto dovrebbe essere superiore ai 12 mesi), per un giocatore che già espresso la volontà di giocare solo per il Mondiale (e poi?), non è un acquisto da società Juventus. Ecco, se Allegri ha insistito tanto per l’argentino e, salvo sorprese dell’ultimo minuto, è stato accontentato, vuol dire che la società ha fiducia estrema nel proprio Mister. Sarà per la scarsa esperienza di Cherubini, per la figura solo rappresentativa di Nedved, per la poca conoscenza del mondo del calcio di Arrivabene, ma Allegri decide il bello ed il cattivo tempo del calciomercato della Juve. E allora che così sia, con tutti gli oneri e onori del caso. In caso di successo, Allegri spazzerà via tutte le critiche (falso, quelle rimarranno sempre) ma in caso di fallimento sono abbastanza convinto che possa essere la sua ultima stagione in bianconero.
L’allenatore ha fatto All in ed è convinto di vincere, vedremo cosa dirà il campo, giudice supremo nel mondo del pallone.