Juve in finale di Coppa Italia, interisti perdenti e affranti, come sempre. La squadra nerazzurra si avvia mestamente alla sua ennesima stagione da “zeru tituli”. Tutto secondo tradizione, dunque. Una Juve pigra e imbottita di riserve raggiunge la seconda finale di Coppa Italia consecutiva, dopo quella (vinta) dello scorso anno. Ancora una eclatante dimostrazione di forza dei bianconeri, ancora un grande Bonucci, stavolta decisivo dagli 11 metri. Sento qualche fesso parlare di “grande prova dell’Inter”. Piuttosto parlerei di grande prova di Gervasoni. Ricapitolando: primo gol irregolare, azione del rigore viziata da un fuorigioco di Perisic, mancata espulsione di Perisic per strangolamento di Cuadrado (con Gervasoni che rideva e minimizzava l’accaduto). Qualche altro fesso parla di “dominio Inter”. Evidentemente il palo clamoroso di Zaza, i miracoli di Carrizo su Morata e almeno cinque o sei occasioni nitide da gol per la Juve sono frutto di un’allucinazione collettiva. La partita ha offerto anche lati comici (sempre sponda Inter, of course). Ad esempio quando, dopo il rigore battuto da Palacio, Medel, Cerqueti, Tramezzani (tutti gli interisti, cioè) hanno preso a urlare entusiasti: è gool! è gool! E poi che goduria ascoltare le voci dei telecronisti, rotte dalla sofferenza, annunciare il non gol. Quanta sofferenza, poverini! Insomma, quando c’è l’Inter di mezzo, la farsa è sempre assicurata. Così come le loro lacrime. L’Intenditore calcistico.