La sconfitta di Dortmund ha lasciato l'amaro in bocca a molti supporter interisti, che hanno visto rovinarsi, nel giro di un'ora, quanto fatto di buono nella prima parte di gara. Un clamoroso blackout nerazzurro, che ha permesso ai padroni di casa di ribaltare la situazione, compromettendo la qualificazione agli ottavi di Champions.

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L'Inter, in versione double-face è diventata, negli ultimi tempi, una malsana quanto ambigua abitudine, visto che, conti alla mano, nelle ultime sei uscite tra campionato e coppa, i nerazzurri hanno messo a referto sì 4 vittorie (con un pareggio e una sconfitta) ma con 14 gol fatti e 10 subiti, sette di questi tutti arrivati nella ripresa. Un bilancio del genere potrebbe dimostrare come la formazione di Conte, inizi molto bene le sue gare, per poi perdersi, o comunque, calare di intensità e concentrazione nella restante parte di match.

Adesso, vi pongo una domanda: è possibile che tale sbilanciamento nerazzurro è dovuto principalmente alla stanchezza degli interpreti e alla scarsa tenuta tecnica dei cosiddetti "panchinari" tanto bistrattati indirettamente da Conte nell'ultima conferenza stampa, oppure qualche motivo può essere legato ad un giocatore, fondamentale nello scacchiere interista ma infortunatosi nel momento clou (allarme spoiler parlo di Sensi)?

IL VERO SENS(O) DELL'INTER
Il centrocampista della Nazionale, tirato in ballo dallo stesso tecnico leccese, nello sfogo di martedì sera (ormai virale il "Ci sono situazioni difficili da gestire. A chi chiediamo? A Barella, che abbiamo preso dal Cagliari? A Sensi, arrivato dal Sassuolo? Non hanno esperienza, non hanno vinto niente”), ha sorpreso tutti, dimostrandosi partita dopo partita come uno dei pilastri dell'undici nerazzurro. Il suo apporto alla squadra è fondamentale, poiché permette ai suoi una certa fluidità di gioco, vista la presenza in mezzo anche di Brozo con cui forma un ideale doppio regista, e un grande equilibrio tattico, che gli permette di fare sia il brutto che il cattivo tempo, dando una grossa mano anche in fase di non possesso.

Analizzando, pertanto, le gare dell'Inter con Sensi in campo e Sensi fuori, si intuisce una notevole differenza sia dal punto di vista tecnico che dei numeri. Fino alla giornata numero 7, serata di Inter Juventus e dell'infortunio del centrocampista, infatti, il bilancio nerazzurro è decisamente indiscutibile: 6 vittorie di fila in campionato, con 15 gol fatti (16 se si contano i 30 minuti di Sensi contro i bianconeri) e solo 2 subiti (3 in realtà per lo stesso motivo di prima); e un pareggio in Champions per 1-1. Numeri che si collegano ad un ottimo gioco espresso, come alla prima con il Lecce, nel derby contro il Milan e nel 3 a 1 di Genova contro la Samp.

TUTTA UN'ALTRA STORIA
Il "dopo Sensi" è, invece, tutta un'altra cosa: arriva la prima sconfitta in A contro la Juve, decisiva o quasi l'uscita dal campo del giocatore, che ha consegnato praticamente il comando del centrocampo in mano agli avversari; l'Inter sì vince ma non riesce a convincere, eccetto l'andata contro il Borussia. I numeri parlano chiaro: i gol subiti aumentano, cosi come la difficoltà di tenuta del centrocampo, che inizia a fare fatica lasciando campo agli avversari e subendo tante ripartenze.

La gara contro il Dortmund se da un lato ha, ovviamente, portato tanta amarezza e delusione, dall'altro fa uscire l'Inter con un'invitante barlume di speranza, grazie al recupero di Sensi.
Così tanto giudicato in estate, così tanto indispensabile adesso...

 

Sandro Caramazza