Giù le mani dalla salute e dalla vita delle persone, perché in un momento di così grande fragilità e preoccupazione l’unica cosa che conta è l’unione e la concordia fra noi stessi, tutti in unanime a favore del nostro Governo e delle sue decisioni, in deroga con la Protezione civile Nazionale. Altolà alle polemiche, ai soliti malumori e alle inutili esternazioni di resa o vantaggio per l’una o l’altra sponda, il campionato si gioca a porte chiuse, il Derby d’Italia si gioca senza spettatori ed è giusto così.

Se fosse la prima volta nella storia del nostro calcio, poco importa, se televisioni e giostrai del marketing e del denaro perdono tanto, poco importa, se c’è di mezzo la salute di un popolo intero, allora si quella è l’unica cosa che conta e zero scuse e alibi. Juve-Inter sarà sempre Juve-Inter, la classica, la partita più bella ed emozionate del campionato, la partita scudetto, e poterla vedere serenamente a casa davanti alla tv (se sia in chiaro o meno), è soltanto un momento che può solo giovarci, perché una partita di calcio con porte aperte o chiuse è un evento di svago e di festa, che per 2 ore circa ci fa allontanare dalle preoccupazioni della vita, del lavoro, facendoci gioire comunque vada a finire.

Troppi urli e voci nel coro senza una minima dose di senso e significato, resa, rassegnazione da parte di un governo ritardatario e incosciente, che chiude e sospende la vita degli italiani: musei, bar, discoteche, scuole, università, stadi. Dimenticando, però, che questa è una pura e grande necessità per l’Italia e non un piacere o una forma di allarmismo becero per creare mistificazioni e paure. Anche a porte chiuse, anche senza il tifo, è pur sempre calcio, il dodicesimo uomo sarà, comunque, a casa come ogni santa domenica, a spingere quel pallone rotolante verso la porta avversaria.

Juve-Inter sarà, comunque vada, una festa per il calcio e due ore di svago fondamentali per tutti noi italiani, amanti del gioco più bello del mondo.