È dura da ammettere, ma Firenze ha accusato il colpo.
Veder atterrare il figliol prodigo in terra nemica fa piangere il cuore. Di maglie col numero “25" ne erano pieni i parchi. Una generazione cresciuta nel mito di “Fede”, da paladino a infame in poche ore. La stessa che ha prematuramente scoperto il valore dei quasi cento euro buttati per una maglietta abbandonata in secula seculorum. Maschi, femmine, grandi e piccini. I simboli sono di tutti. Archiviato il capitolo Chiesa, caduto nel girone dei traditori, la Fiorentina volta pagina in cerca di riscatto e una nuova guida.
Resta solo una domanda: la Fiorentina di chi?

Purgatorio, Canto I: Fiorentina d.C.
Privata del suo colonnello, e comandata da un generale distratto dai media nell’eterno braccio di ferro per il nuovo headquarter, la leva viola del ’20 si ritrova sospesa nel limbo di una stagione (già) da dimenticare.
E alla squadra chi ci pensa? Povera di riferimenti e piena di partenti, la Fiorentina dopo-Chiesa ha perso la sua identità. L’arrivo di Callejon come uomo-assist ha leggermente rasserenato la piazza, ma la pazienza è agli sgoccioli: assist per chi? La squadra ha bisogno di un bomber, una guida, un trascinatore. E se la figuraccia con la Sampdoria ha fatto male, la doppietta ligure in casa dello Spezia potrebbe portare a una Caporetto senza precedenti. 
I soldi non fanno la felicità, e il contrappasso parla chiaro. Chi ha il pane non ha i denti, e una grande spesa non salva un piccolo progetto senza idee e passione. Si vede, si sente, si percepisce la mancanza di attaccamento ed entusiasmo. E la voglia sembra essere passata pure a Ribery, “capitan futuro” di una squadra senza presente: lo stesso che, a proposito di futuro, ha tolto il figlio dalle giovanili della Fiorentina. Un’idea sembra essere piuttosto il classico ritorno al passato: è tornato Borja Valero. Ma si può rieleggere un sindaco a tre anni di distanza?

Nella scalata per ‘riveder le stelle’ del Paradiso europeo promesso dalla nuova dirigenza, la Fiorentina sembra aver perso la retta via, proprio come il più fiorentino degli esiliati, ma con l’unica differenza di non avere una guida.