Firenze, 6 giugno 2019.
Il Presidente del nuovo avvenire viola sbarca in città. Accolto come 'salvatore della patria' dal popolo gigliato, vero e proprio Maciste frantumatore di quelle catene che da anni sigillavano certi sogni nel cassetto, Rocco inizia lo show: monumentali billboards illuminano New York di viola, il nuovo centro sportivo, il Franchi, ”la Fiorentina tra le top 20 d’Europa". Tutto sembra possibile. Il grande imprenditore italo-americano strappa la parola “sogno” dal vocabolario viola. Il sogno americano diventa realtà.
Tra promesse e certezze, modernità e innovazione, la stagione viola accende i motori con un piccolo ma metaforico simbolo della nuova Fiorentina: arriva il nuovo pullman viola, dipinto della “Grande Bellezza” di Firenze, pronto a girare in lungo e in largo l’Italia e, chissà, anche l’Europa. Ambizioni al massimo, Ribery in maglia viola, record di abbonamenti. Game, set, match al fischio d’inizio.
Ma, come si dice, tutti i nodi vengono al pettine e tutte le bolle scoppiano, e la seconda metà dell’iceberg del passato inizia a riaffiorare.

Firenze, 7 ottobre 2020
Gli scarsi risultati e gli intoppi burocratici di una città come Firenze hanno riportato l’entusiasmo al punto di partenza. Montella, Iachini, il Covid, Nardella, Campi Bisenzio e Chiesa. La dura verità spegne gli animi di Firenze e mette in discussione Commisso, rigettando la Fiorentina nell’Inferno di un futuro in bilico, apparentemente caduta nel 'girone dei vinti', rischiando di trasformare il maestoso pullman in un Caronte traghettatore di rimorsi.

Il vero problema di Firenze sono i fiorentini. O almeno dicono. Rocco oggi è stato chiaro: “A Firenze siete più bravi a criticare che a tifare”. L’inaugurazione del nuovo centro sportivo, o meglio del rendering, andrebbe fatto vedere nelle scuole. Il progetto per lo stadio è da sogno, con ripercussioni in positivo per tutta la città. Nessuno - e confermo, nessuno - ha mai puntato così in alto. “È dai tempi dei Medici che a Firenze non si investe così” recitava il patron viola la settimana scorsa. Nessuno - e ripeto, nessuno - a Firenze si può permettere di perdere Rocco Commisso. Dopo 15 mesi (Covid permettendo), è difficile giudicare. "Riflettiamo, okay?”.

Per chi crede di conoscere la città dopo aver visitato Piazza della Signoria, gli Uffizi o Ponte Vecchio, ha molto da imparare. Purtroppo (o fortunatamente) Firenze è così: bella, difficile e contraddittoria. Soprattutto i tifosi. Iachini? Diamogli tempo. Anzi, forse siamo ancora in tempo a darlo via. Della Valle? Non spendono. Commisso? Sa solo spendere. E Chiesa alla Juve? Firenze è orgogliosa, non guarda in faccia nessuno. Ma oggi ha bisogno di Rocco Commisso.

La diritta via sembra smarrita, ma torneremo a riveder le stelle.
Tra promesse e incertezze, paura e tradizione, la nuova stagione viola è partita male. Sul campo e fuori. Sono sicuro però che in molti rifarebbero la stessa scommessa, anche se oggi Firenze si divide in un amletico quesito sportivo: Rocco Commisso, triplice fischio o fischio d’inizio?