“Vergognatevi! Adesso basta!”, “menomale non ero allo stadio, sennò sai che fischi!”. La Firenze del calcio è in piena reattanza. Ma andiamo per ordine. Che cos’è la reattanza? In psicologia, la reattanza è quel sentimento scaturito dall’assenza della libertà personale, che si cerca di rivendicare. È un’emozione che emerge in settori come la pubblicità, quando i consumer si sentono controllati, manipolati, oppressi. Detto in parole spicciole, significa 'sentirsi presi in giro’. Se non altro, il compito di un buon giornalista è essere prima di tutto un ottimo portavoce, con il delicato compito di intercettare gli umori profondi del corpo sociale di una città. Uno scrupoloso sociologo che affianca chi non ha voce, un silenzioso detective in grado di percepire la nascita di un sentimento invisibile che anima una moltitudine di persone. Snervato dalle recenti prestazioni della propria ragione di vita, il popolo viola ha detto ‘Basta’. Da chi commenta attraverso popolari trend di origine anglofona, tappezzando i social a suon di #iachiniout, a chi, sconsolato ha perso anche la voglia di parlare. Fischi social e decibel digitali: con gli stadi chiusi, il web è diventato il nuovo teatro dello sconforto. E come dare torto a chi, appunto, si sente preso in giro nel veder scendere in campo undici squadre diverse formate da un solo giocatore, tutti rigorosamente in maglia viola. A chi ogni fine settimana vede giocare una squadra di pallavolo: uno, due, tre passaggi e palla dall’altra parte. A chi il mercoledì sera, per amore, è costretto a vedere la propria squadra salvata dalle parate di Terracciano contro la capolista della Serie C. "Altra partita da dimenticare? Non si può sempre dimenticare, altrimenti non cambia mai niente". Insomma, come dare torto a chi si sente escluso da ogni genere di ambizione solo alla sesta giornata di campionato.

E può capitare, durante la diretta di una radio nazionale a cui non faccio menzione, di origliare apprezzamenti sulla rinascita della Samp, reduce da tre vittorie “di cui due molto importanti con Lazio e Atalanta”. La non considerazione è il simbolo della necessità di una rivoluzione in toto, società compresa. Perché la supponenza dirigenziale originatasi su visioni di calcio differenti, ha creato un effetto matrioska che ha portato all’indipendentismo. Una matrioska di errori e scelte egoiste, cancellando ogni forma di comunicazione e portando a una guerra infame tra reparti. Ma la parola 'società' significa l’esatto opposto.

Iachini pagherà, ma non è giusto che a rimetterci sia sempre l’allenatore. Non ce ne voglia Beppe, amato e rispettato da tutti. Firenze è una città difficile, e i fiorentini lasciamo perdere. Ma dopo la prestazione - o meglio, la non prestazione - di Roma, è scaduto il tempo delle scuse. L’affetto e il rispetto reciproco non svaniranno mai, e in caso di dimissioni sarà sembrato solo un brutto sogno. Un passo indietro per andare avanti, come le coppie più affiatate. Un vero capitano affonda sempre con la sua barca, ma nel calcio, a far affondare una società non si è mai gli unici colpevoli.