Massimiliano Allegri nasce a Livorno l'11 agosto del 1967 e con questo si chiude la parte anagrafica che non interessa a nessuno. Arriva alla Juve a luglio del 2014. I bianconeri hanno appena vinto il 3° scudetto di fila e, nonostante siano usciti con le ossa rotte dal ristorante da € 100,00 chiamato Champions, sono pronti baionette alla mano ad andare in guerra per il 4° anno consecutivo con il comandante Antonio Conte. Ma la Juve, in quei giorni, non è il Titanic ma la Costa Concordia e Conte non è Edward John Smith ma Francesco Schettino e dopo l'impatto con un calciomercato non soddisfacente abbandona la nave che, a suo parere, stà affondando. I tifosi, che fino a quel giorno avevano preso per i fondelli i tifosi del Milan per l'incapacità del loro allenatore, si vedono arrivare ai cancelli di Vinovo proprio il buon Max Allegri. L'accoglienza è la stessa che riceverebbe Salvini in un campo Rom ma con qualche accento di ostilità in più. E Allegri cosa fa: si mette a lavorare, la squadra fa quadrato e in 2 anni vince altrettanti scudetti, 2 coppe italia, una supercoppa italiana e mettiamoci anche una finale di Champions persa non del tutto meritatamente, ma non diciamolo troppo forte, col Barcellona. Nel frattempo la squadra viene rivoluzionata, smantellata in qualche reparto, peraltro chiave, come il centrocampo, potenziata in attacco e puntellata in difesa. Il gioco non è spumeggiante, ma anche con Conte più di qualche catenaccio per difendere l'1 a 0 si è visto, e anche questo non diciamolo troppo forte. Oggi Allegri è primo in classifica e qualificato come primo nel girone Champions. Allegri paga il peccato originale di aver perso un campionato, il primo vinto dalla Juve di Conte, con una squadra probabilmente superiore. Se esistono i perdenti di successo, Allegri viene ascritto all'associazione dei vincenti di insuccesso. Non sarebbe il caso di riconoscergli la straordinaria capacità che ha avuto nella gestione della crescita di giocatori di grande potenziale come Dybala, Rugani, Alex Sandro, lo stesso Pogba per il quale ha sempre usato bastone e carota facendolo crescere moltissimo. Non sarebbe il caso di riconoscergli la forza con la quale ha tenuto la rotta quanto tutti pensavano che con l'addio di Conte veramente la nave stesse affondando. E se dovessimo essere noi a farci un esame di coscienza ammettendo di non averci capito molto su Massimiliano Allegri nato a Livorno l'11 agosto del 1967.