L'italia è fuori dal mondiale. 

Potrei anche finire così il mio articolo ma ho piacere di lasciare il mio commento personale sulle motivazioni per le quali, credo, sia tutto sommato giusto essere amaramente dispiaciuti.

Nei prossimi giorni, nelle prossime ore, ogniuno di noi leggerà decine di commenti su siti, su Facebook, sulle chat di WhatsApp con gli amici, ognuno diverso e discordanti tra loro. Chi dirà che tanto lo sapeva, chi dirà che è giusto così, chi dirà che è tutto uno schifo, chi contro Tavecchio, chi contro Ventura, chi contro i giocatori. E tra tanti commenti, leggeremo molti moralizzatori che diranno che siamo un paese di povera gente, che si dispera per le sorti del calcio quando ci sono problemi ben più grandi della nazionale di calcio. E via a snocciolare la Siria, i bambini dell'Africa, il terremoto, la crisi, il lavoro che manca, la gente che non riesce a pagare il mutuo, le malattie e chi più ne ha più ne metta. Ebbene, al netto dell'amara considerazione che si, ci sono anche questi problemi e si, sono problemi ben più gravi della nazionale di calcio e che si, quelli si che sono problemi, mica la nazionale, io credo che gioire e, in questo caso, disperarsi, per la nazionale che non va ai mondiali, sia giusto.

La motivazione sta tutta nel senso stesso dell'esistenza della squadra: la nazionale unisce. Giocatori di Inter, Milan, Juve, Napoli, Roma ecc. ecc. che giocano assieme con la stessa maglia che è simbolo di una nazione e quindi di persone. E' gioia e disperazione, come dicevo prima, condivisa. Interisti e Juventini che guardano la partita insieme e tifano per la solita squadra, magari arrabbiandosi un po' di più per l'errore del giocatore della squadra di club per cui non fanno il tifo, ma siamo tifosi, chiediamo comprensione per le nostre debolezze.

Privarci, o venire privati, di una cosa che, comunque vada, emoziona ed unisce, secondo me è un grande peccato. Il mondiale è un sogno, per chi lo gioca, ne sono convinto, e per noi che ci "accontentiamo" di tifare. Non poterci andare è un po' come andare a letto la sera con la consapevolezza che non potremo sognare: si, dormiamo lo stesso, si, sappiamo che in giro per il mondo ci sono persone che non hanno nemmeno un letto, ma a me rode lo stesso. E poi vuoi mettere le grigliate prima della partita della nazionale con tanto di spiegazioni tecnico/tattiche fatte sul tavolo con le bottiglie delle birrette! L'inno abbracciati, le bestemmie, le mogli e fidanzate che ti guardano come a dire "ma guardo 'sto cretino cosa fa a 40 anni per una partita di pallone"

I moralisti ci sbatteranno in faccia la pochezza dei nostri sentimenti, perché noi siamo poveri tifosucoli italioti più attaccati ai colori di una maglia che alla vita vera. E chissene! Intanto il fatto che io sia triste per le sorti della nazionale non mi rende insensibile al resto, poi mi piacerebbe sapere quanti di questi moralisti intrisi di lodevoli sentimenti e consapevoli del loro essere parte del mondo e delle sue vere disgrazie, saprebbero indicarmi senza indugio sul mappamondo la posizione della Siria, tanto per fare un esempio. Criticare è il mestiere più facile del mondo!

Ebbene io sono triste per l'Italia fuori dal mondiale, lo dico con orgoglio e fierezza!