L'orgoglio è una buona dote nel calcio, è l'arma dei forti e degli spregiudicati, l'arma di chi ha di fronte i fenomeni del pallone e mostra i muscoli giocandosela senza paura. È l'arma che ha permesso a Juve e atletico di centrare una finale di champions League. Conte può trasmettere questa dote, come può farlo Buffon o Bonucci e perché no, anche De Rossi. Ma poi? Che succede quando le chiacchiere stanno a zero e parla il campo? Succede che si possono trovare avversari con una eccellente esperienza in campo europeo, giocatori vincenti e abituati a vincere e li si affronta con giocatori che raramente hanno visto i migliori del mondo nella metà campo avversaria. Non mi esalto per una buona prestazione con la finlandia: la squadra è demotivata, spenta e non incisiva, come al mondiale mi verrebbe da dire, perché il calcio italiano è in crisi e la nazionale non può che risentirne. Personalmente sono stufo di amichevoli una volta o due all'anno in cui si gioca per tener palla e si segna uno massimo due reti. Ora vengono avversari del calibro di Ibrahimovic e Hazard. Credo che i migliori vengano fuori nelle occasioni difficili, quando l'unica pretesa che hai è mostrare a te stesso di essere degno dell'avversario anche se ne esci sconfitto. Ma serve anche pragmatismo in questi casi, quindi non me ne vogliate quando dico che non partiamo come la nazionale migliore, né tra i favoriti; possiamo tirare fuori le unghie e giocarcela, certo, ma da quel punto in avanti servono giocatori professionisti, campioni per ottenere qualcosa. Noi ne abbiamo pochi ora, speriamo che in corso d'opera ne vengano fuori molti. Sempre e comunque forza azzurri e buon europeo a tutti.