Ad oggi gli juventini si dividono in due frange: la prima critica aspramente il gioco difensivista di Allegri, la sua inconcludenza nel modificare l'assetto di gioco, compreso il modulo, e vagheggia la ''Golden Age'' del nostro centrocampo, quel celeberimmo trio che ora non c'è più. In seconda sede ci sono i cosiddetti ''realisti'', che non guardano tanto alle dimesse prestazioni della squadra ma si accontentano di essere primi in ogni competizione; e qui terminano i loro discorsi, freschi e concisi come un 1-0. Facendo un salto indietro di qualche mese, poco prima che iniziasse il campionato, nessuno pensava che una tale squadra avrebbe giocato così male; anzi, si era temuti da Trento a Pantelleria, ma che dico? Da Lisbona a Mosca. Come si spiega questa mollezza? Una risposta, tra le più naturali e inconfessabili, suggerisce che Higuain sia stato pagato troppo, che Pogba non andava venduto e che, ovviamente, Pjanic non è Pirlo. Cose sentite e risentite, fino alla noia. Un'altra? Il modulo, difesa a 4, attacco a 3 o ad 1-2, insomma quelle fantasie da neo-pitagorici. Li invoglia poco il mister oppure sono i giocatori a non darsi da fare? Vero è che Allegri, con tutta questa sua ''tranquillità'' (anti-contiana) non arringa certo gli animi, ma contro il Lione, la squadra ha messo in campo il cuore. Motivazione. Ecco la mancanza. La motivazione unita alla bravura, stessa alchimia che portò alla finale di Champions di Berlino. Manca la motivazione, la giusta fame. Tra vecchi, magari già abituati a vincere e nuovi, che si affidano solo o quasi alle loro prodezze, non c'è sinergia. A tutto uniteci l'infortunio di Dybala. Non è una buona situazione, è uno stallo, non tanto, ripeto, per il bel gioco inespresso, quanto per l'incapacità di cambiare questa situazione. Se si vuole essere déi bisogna comportarsi con superbia, schiacciare le speranze altrui prima che si rivelino fatali (e non sarebbe stato impossibile contro i giovanili ed inesperti ardori del Milan). Se invece si persevera nel solito ''possesso palla sterile'', allora la Juve esprime un gioco da provinciale, impaurita dal tentare la giocata, dal mostrare estro e imprevedibilità, mentre il cronometro vola verso il 90^.