Cos’è che fa grande un giocatore? Domanda semplice, ma che va ad aprire un dibattito a cui non solo i tifosi debbano accostarsi. 

Prendiamo tre giocatori a caso: Neymar, Mbappé e Coutinho. Cosa li accomuna? Il prezzo esorbitante con cui sono stati acquistati. E come sono spesso e volentieri classificati? Come FENOMENI specialmente il primo. Questo perché coi loro dribbling e le loro accelerazioni palla al piede e le loro veroniche fanno impazzire gli intenditori di calcio di tutto il mondo. E come dargli torto! Al termine fenomeno quindi viene associato il giocatore che segna, dribbla tanto, fa audience e costa vagonate di milioni di euro. Nonostante tutti e tre abbiano dimostrato di non essere in grado di far vincere i loro club in Europa, sono visti come fenomeni. Ma allora la domanda è: se per fenomeno intendo un giocatore che mi costa tantissimo ma che mi dà una qualità in campo pressocché impareggiabile, come mai non riesco a vincere? 

Prendiamo ora altri tre giocatori: Mandzukic,Mueller, Busquets.
Calano i prezzi, sale l’età e la lentezza nei movimenti. Questi giocatori, anche senza i fari puntati addosso hanno riuscito dove tanti “fenomeni” hanno fallito, vincere in ambito nazionale, europeo e mondiale. Dovunque giocano sanno dare sempre il massimo, non protestano mai per un cambio, sono idoli delle tifoserie, sono dei totem nello spogliatoio e in campo. Fanno la differenza in quei 10/14 minuti prima della fine di una partita in cui stai vincendo, ma anche soffrendo. Anche senza un pallone o una scarpa d’oro, non si può negare che, il loro modo di giocare, di porsi, di vivere le partite, sia esemplare. Eppure non costano 200 milioni, né vengono visti come “fenomeni”. Però vincono, aiutano i giovani a crescere, sono legati alla maglia.

Ultimo terzetto: Cutrone, Barella, Pellegrini. Giovani, molto giovani.
Basta una doppietta, una partita dominata a centrocampo per intingerli di gloria e di prospettive ricchissime e già a partire coi nomignoli: “nuovo Pirlo, nuovo Inzaghi...”.
Prima di un derby o di un match importante inoltre, ecco che da giovani diventano magicamente i capitani della nave che devono guidare il club alla vittoria. Come se la vittoria derivasse da un Under 20 qualunque. Quanto valgono? Oltre i venti milioni sicuramente, perché? Perché sono giovani, quindi un domani varranno 3 volte tanto. Come è successo a Berardi, a Balotelli, al povero Belotti, a Verratti.  

La verità è che esistono due giocatori con talento ed esperienza sufficiente a vincere le partite da soli e a prendersene tutti i meriti: Messi e Ronaldo. Il resto sono grandi giocatori, promesse, meteore. 
Se il fenomeno è bravo a vendere magliette ma non a far vincere LA SQUADRA in cui gioca, si è confuso con un altro lavoro. Il grande giocatore ha prima di tutto un’età vicina ai trenta, ha giocato, ha visto tante competizioni, conosciuto tanti allenatori ed avversari. Se la squadra fosse un aereo, si sceglierebbe forse il capitano d’esperienza, o il pilota sbarbatello che ha preso le licenze di volo con il massimo dei punteggi ma che non ha mai messo piede su un aereo? Ci vorrebbero entrambi, perchè ci vogliono due piloti e per far imparare il più giovane, ma il capitano “varrebbe” molto di più.