Sia che si parli di campionato o di coppe, l'Italia sembra sempre più essere un agglomerato di balconate da cui vecchie comari si scambiano battute e pettegolezzi sulle figlie o sui propri affari. Si animano polemiche, tormentoni, fatti di gossip, si parla di crisi, di giocatori strapagati e non appena una squadra pareggia in casa contro una squadra inglese, succede il finimondo; quando accade agli accusatori di perdere in casa contro una squadra tedesca, la situazione si inverte.

Una mediocrità di intenti che rispecchia quella che forse era l'Italia di fine '400: una nazione ricchissima di bellezza e fascino, ma patria anche di sicofanti che preferiscono attaccarsi l'un l'altro invece di pensare al proprio orticello e a fare fronte comune quando si tratta di dimostrare al mondo il proprio valore.

L'uscita dal mondiale ha messo il sigillo su una crisi di sistema profondissima, nonostante tutto però, è difficile valutare dei miglioramenti se i club si odiano così tanto l'un l'altro e non si fanno attendere quando si tratta di lanciare bordate contro gli altri. Fino a una settimana fa il Napoli era il nuovo Leicester e la Juve i padroni malefici; ora molti hanno cambiato bandiera dopo aver visto la figuraccia europea dei partenopei, preferendo che lo scudetto vada ai secondi. Nessuno a quanto pare è interessato a qualcosa di più grande. Alla tifoseria italiana basta veder perdere le altre squadre d'Italia per trovare l'entusiasmo e di questo all'estero si ride.

Ed ecco quindi che a dare lustro maggiore al nostro calcio ci pensano i ''piccoli'' club come l'Atalanta, l'anno scorso il Sassuolo e l'Empoli di Giampaolo, squadre che non ambiscono a nulla ma che lottano per farsi valere. I bergamaschi al Westfalen Stadion sono uno spettacolo e uno spot per tutta la nazione, così come Gasperini e i suoi ragazzi ed anche se hanno perso alla fine le critiche e le polemiche stanno a 0. 

Se solo si smettesse questa ''guerra di tricea'' lassù in vetta alla classifica forse si potrebbe iniziare a fare qualcosa di serio per risollevare le sorti del nostro calcio nell'Europa che conta, magari iniziando ad ammettere i meriti dei rivali qualche volta e allegerendo un pò la presa della stampa sugli insuccessi. Tutto il resto è un cicaleccio che non porta a nulla.