Mazzarri è un buon allenatore. Non un fenomeno, ma un mestierante che sa il fatto suo. Il caratterino è un po’ spigoloso. Non è, per intenderci, il tipo di persona che ti va di dargli una pacca sulla spalla e invitarlo a un elegante spettacolo di burlesque. Un po’ presuntuosetto, un po’ permaloso. Uno che quando perde non si prende mai la colpa, o se la prende solo per fare il figo. Arbitro contro, erba troppo alta o troppo bassa, troppo vento o troppo sole, troppa umidità o troppo smog. Dopo aver esposto, talvolta contemporaneamente, simili puerili giustificazioni e aver incolpato giocatori, magazzinieri, barellisti e ignari passanti, non manca mai però di chiosare con frasi del tipo: “Comunque, sia chiaro, mi prendo io la responsabilità della sconfitta”. Ecco a voi Mazzarri, il condottiero senza macchia né paura. Mica cotica.
Tutto si può dire del buon Walter, tranne che non abbia saputo programmare ottimamente la propria carriera. Ogni anno ha alzato l’asticella delle sue performance “allenatorie”. È sempre transitato da una squadra più scarsa a una più forte, e ovunque è stato ha lasciato un buon ricordo e discreti risultati.
Quest’anno, però, il nostro ha deciso di stupirci. Da una squadra molto forte, classificatasi seconda in campionato e dalle prospettive più che rosee, ha deciso di fare un passo indietro in termini di ambizione personale, scegliendo di allenare una società di fatto calcisticamente deceduta, qual è l’Internazionale. La FcPrescritti, per i più intimi.
Cos’ha spinto bella chioma Mazzarri a compiere questo salto nel buio? A voler passare da Cavani-Pandev a Icardi-Belfodil? Da Inler-Hamsik a Gargano-Schiappovic?
Non credo sia stata una questione di soldi. Certo, la pecunia fa comodo a tutti, ma, conoscendo il carattere orgoglioso e ambizioso del buon Walter, risulta difficile credere che la scelta sia dipesa solo da uno stipendio più corposo. Insomma, il mistero si infittisce.
Sarà davvero curioso, comunque, vedere il fumantino tecnico toscano alle prese con le giovani schiappe nerazzurre. Lui che storicamente ama puntare su giocatori affermati e attempati più che su giovincelli dal futuro incerto. Cosa potrà mai combinare con la sgangherata e imberbe squadra che gli metterà a disposizione Moratti? Che scuse sarà costretto a inventare quando si ritroverà nei bassifondi della classifica?
Il futuro prossimo è facile da leggere. Mentre il buon Walter si affannerà a trovare un undici decente da schierare in campo, il suo (ex) Napoli contenderà lo scudetto alla Vecchia Signora e proverà a farsi largo nell’Europa che conta. Partito Cavani, c’è da giurarci che quel volpone di DeLaurentiis prenderà almeno due attaccanti d’alto livello, e gli avanzerà pure un discreto gruzzoletto per ulteriori investimenti.
Una sera di fine autunno, con gli alberi ingialliti e la classifica che langue, il nostro caro Walter si guarderà allo specchio e, tra una spruzzatina di lacca e un ritocco di cotonatura, esclamerà triste: “Ma chi me l’ha fatto fare! Maremma bucaiola!”.
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