Nel 1990 Nelson Mandela viene eletto vice-presidente del Congresso Nazionale Africano, scoppia la Guerra del Golfo, la Germania torna ad essere un unico Stato e a Napoli si celebra il secondo scudetto; sono ormai passati quasi trent’anni dall'ultima vittoria targata Maradona e gran parte dei tifosi partenopei ritiene sia giunto il momento di tornare a primeggiare in Italia. Oggi, grazie soprattutto all’impegno profuso negli ultimi tredici anni dal produttore cinematografico Aurelio De Laurentis, grandi e numerose sono le aspettative in vista della prossima stagione: la squadra di Sarri, la più bella d’Italia per qualità di gioco, è chiamata a compiere quel salto di qualità che le permetterebbe di destituire la Juventus dal trono di campione d’Italia.

Perché l’anno buono?

La “Vecchia Signora” ha vinto il suo sesto campionato di fila, ma allo stesso tempo ha mostrato i primi scricchiolii di un gruppo ormai spremuto fino all’osso: una difesa non più giovane, un centrocampo indebolito ed un attacco non sempre concreto; inoltre, non sono da trascurare i presunti problemi all’interno dello spogliatoio bianconero e l’ormai prossima condanna del Presidente Agnelli che, per volere di suo cugino John Elkann, sarà sostituito dalla madre Allegra o dal vice-presidente Pavel Nedved.

In casa Roma, la seconda forza del campionato, è cominciata una verra e propria rivoluzione: da una parte sono arrivati il DS andaluso Monchi e il tecnico ex Sassuolo Di Francesco, dall’altra, invece, sono partiti giocatori importanti come Salah (Liverpool) e Manolas (Zenit?). Una squadra che cambia così tanto può aspirare alla vittoria del campionato?

Infine, le milanesi made in China, grazie alle enormi disponibilità di cui dispongono, sono molto attive sul fronte del mercato; tuttavia, come la storia del Manchester City insegna, non sempre i soldi sono sinonimo di vittoria.

Maurizio Sarri: l’uomo giusto al momento giusto

Lo scetticismo nei confronti della nomina del tecnico napoletano di nascita, ma dall’inconfondibile accento toscano, è ormai un lontano ricordo: la semplicità e la qualità del lavoro di Sarri hanno sin da subito ammaliato il caloroso pubblico del San Paolo.  I meriti dell’ex Empoli, comunque, vanno ben oltre i piazzamenti centrati nelle prime due stagioni sulla panchina azzurra: non solo è riuscito a raccogliere l’eredità dello spagnolo Rafa Benitez, ma ha pure saputo imporre il suo credo tattico a dei calciatori non richiesti espressamente da lui come Mertens e Callejon.

Sarri, inoltre, ha lavorato moltissimo sul reparto difensivo; come testimoniato dalle statistiche della passata stagione, le riprese dall’alto con il drone hanno giovato moltissimo alle prestazioni di Koulibaly e compagni.  Ultima, ma non per importanza, l’obbligata rivoluzione del reparto offensivo che ha portato l’ex banchiere di Banca Toscana, stupendo addetti ai lavori e tifosi, a lanciare il folletto belga Mertens (autore di ben 34 gol) come prima punta al posto dell’infortunato Milik

Come dimenticare, poi, l’incredibile crescita di Lorenzo Insigne? Quest’ultimo, ormai, non è più una semplice promessa, ma una solida realtà della società partenopea.

In che cosa deve migliorare il Napoli?

Affinché il club di via del Maio di Porto possa compiere il passo decisivo verso la vittoria dello scudetto, il presidente De Laurentis e Maurizio Sarri dovrebbero cominciare a discutere dei loro eventuali problemi in privato e non in diretta televisiva; vi ricordate lo sfogo del titolare di Filmauro nel post partita di Real Madrid-Napoli? Dichiarazioni del genere possono solo nuocere all’ambiente e ciò si è dimostrato nella serie di risultati non positivi che sono seguiti. 

Tornando invece alle questioni di campo, nonostante il risicato budget messo a disposizione per la sessione estiva del calciomercato (che potrebbe comunque aumentare con il passaggio alla fase a gironi della prossima Champions League), il DS Giuntoli sta lavorando duramente al fine di migliorare una rosa che ha mostrato come principale lacuna quella di non poter contare su delle riserve all’altezza degli undici titolari: a tale proposito, in questi giorni è stato raggiunto l’accordo per l’ex ala del Bordeaux Ounas, giocatore che andrà a ricoprire il ruolo di vice Callejon. A tenere banco in quest’ultimo periodo, però, è la situazione portieri in casa Napoli: oltre agli insoddisfatti Sepe e Rafael, si registra una vera e propria crisi nel rapporto tra la bandiera Pepe Reina ed il suo presidente; per questa ragione, la società pare si stia muovendo alla ricerca di un nuovo numero uno o di un giovane al quale l’esperto estremo difensore spagnolo, qualora decidesse di rinnovare, potrebbe fare da chioccia. Tra i vari nomi sul taccuino di Giuntoli spiccano quelli del friulano Meret, che l’Udinese non cede per un’offerta inferiore ai 20 milioni, del genoano Perin, anche se si nutre qualche dubbio sulle sue condizioni fisiche, e quello dell’ex Benevento Cragno, che rappresenterebbe la soluzione più economica per le casse della società. 

E voi, cari lettori, su chi puntereste per la vittoria del prossimo campionato?

Un caro saluto 

M.M