La delusione per l'esclusione dal Mondiale di Russia sarà difficile da digerire, il prossimo 18 di Giugno non ci saranno pizze e birre ad accompagnare i tifosi durante le partite, non ci saranno inni, cori, striscioni, ma solo il silenzio assordante delle televisioni spente. La sera del 13 novembre 2017 resterà, per sempre, una delle peggiori nella storia del calcio italiano e l'unica consolazione é quella di pensare a tale catastrofe (sportiva) come l'input per una vera rivoluzione in Figc. "Date a Cesare quel che è di Cesare" Inutili, ormai, i dibattiti sui moduli adottati da Ventura, piangere sul latte versato non é abitudine della tradizione calcistica italiana; é giunta l'ora di affidare i vertici del "football" a persone che abbiano vissuto le dinamiche dello spogliatoio, che sappiano che cosa significhi partecipare ad un Mondiale e "fare gruppo" all'interno dello spogliatoio. Personalità di spicco come quelle di Maldini e di Del Piero, giocatori esemplari ed ambasciatori del calcio italiano nel mondo, sono state inspiegabilmente (o forse no) troppo trascurate dai vertici federali. Con loro, anche il "Divin codino" Baggio potrebbe diventare l'esponente di un vero e proprio Rinascimento sportivo italiano.  "Rivoluzione dal basso" La storia insegna che le più grandi Rivoluzioni siano partite dal basso e così dovrà accadere anche nella Figc: si dovranno abbandonare la diplomazia dell'assegno e della corruzione per legarsi ad una poltrona e dare spazio ai giovani  e alle loro idee innovative.  Rivoluzionare dal basso significa, altresì, elaborare un progetto che coinvolga, in primis, le scuole e possa garantire la diffusione di quei valori imprescindibili per il quieto vivere sportivo.  L'educazione allo sport è un tema troppo trascurato e solo con la diretta compartecipazione delle istituzioni interessate potremo migliorarci. Non é un caso che in Italia esista il semplice Ministro dello Sport e non un vero Ministero: lo sport é sempre stato trascurato come strumento di aggregazione sociale e tale atteggiamento ha portato ai risultati negativi a cui assistiamo.  "Rivoluzione strutturale" Ormai da troppi anni leggiamo, ascoltiamo proteste sullo stato dei nostri stadi e delle strutture messe a disposizione dei settori giovanili. Solo la Juventus, l'Atalanta, il Sassuolo e l'Udinese hanno dato una scossa al sistema costruendo o acquistando uno stadio e i risultati sono evidenti.  Il calcio italiano deve andare oltre gli interessi dei singoli e giungere al compromesso tra le parti. Confrontate il caso della Serie A, dove regna l'instabilità, con quello dell'Unione Europea: perché quest'ultima non ha ancora una struttura solida? Perché non sussiste alcun compromesso tra gli Stati membri, incapace di concedere parte del proprio potere sovrano a vantaggio dell'Unione. Programmazione ed investimenti: queste le regole fondamentali"Rivoluzione tecnica" La Spagna e la Germania sono le realtà dalle quali l'Italia deve prendere esempio: dopo i fallimenti dei primi anni 2000 non sono solo stati erogati ingenti investimenti per le strutture, ma sono stati, altresì, elaborati decisi piani di ristrutturazione delle federazioni, tra cui quelli che hanno visto la realizzazione di un numero maggiore di stage per la Nazionale e di maggiore collaborazione con i club. Ancor più importante, però, la questione sulle seconde squadre, ormai imprescindibili dopo il fallimento mondiale.  I giovani calciatori italiani, seppur prodotti dei migliori settori giovanili, sono costretti a stagnare nelle mediocri realtà della Serie C o della Serie D, per questo le società di Serie A tendono ad acquistare i giocatori stranieri che, a soli 19 anni per esempio, sono più pronti rispetto ai nostri Barella o Cragno. Conoscete Asensio? No? Vi basti sapere che il fuoriclasse del Real Madrid è un classe '96... . Nonostante siano ormai passati quasi due giorni dalla disfatta contro la Svezia, siamo ancora in una situazione di profondo, e vergognoso, immobilismo: Ventura é ancora ben saldo sulla propria panchina, il lauto compenso promessogli dalla Figc lo vuole difendere con le unghie e coi i denti, ed il signor Tavecchio, che già dopo l'affaire "Optí-Pobá" non aveva mostrato alcun segno di cedimento, si tiene la sua poltrona ben stretta.  La speranza é che il presidente del Coni Malagò prenda in mano la situazione e possa dare l'avvio alla rinascita del calcio italiano. P.s: al ripescaggio putiniano al mondiale non ci credo e se fosse possibile non lo accetterei: sarebbe un'ulteriore umiliazione.