“Forse era troppo meravigliosa questa squadra perché invecchiasse. Forse il destino voleva arrestarla nel culmine della sua bellezza”; il 4 maggio del 1949 il mondo piange la morte del “Grande Torino”, una squadra leggendaria che ancora oggi non ha eguali in Italia e in Europa.

Difficile riprendersi da una  tragedia come quella di Superga: nel corso della seconda metà del XX secolo, infatti, non sono mancate le retrocessioni nella serie cadetta, le difficoltà nella gestione societaria e ultimo, ma non per importanza, il fallimento del club (dopo 99 anni di storia) nell’agosto del 2005. Assai turbolente le trattative che hanno poi portato la FIGC ad affidare il titolo sportivo del Torino Calcio: quando tutto sembrava ormai nelle mani di una piccola cordata di imprenditori torinesi (a cui si era pure aggiunta l’azienda che gestisce gli acquedotti del capoluogo piemontese), il 19 agosto dello stesso anno diviene ufficiale l'acquisto da parte dell’imprenditore Urbano Cairo

Sin dai primi giorni dal suo insediamento, il nuovo presidente ha cercato di ricostruire la storia del club affinché quest’ultima potesse essere d’esempio per le individualità che avrebbero fatto parte dell’organigramma tecnico e dirigenziale: il 12 luglio 2006, infatti, il facoltoso imprenditore alessandrino acquista le coppe e i cimeli del “Grande Torino” per una cifra vicina al milione e mezzo di euro.

Semplicemente trionfale il cammino del nuovo Torino: a solo un anno dal fallimento, infatti, la squadra guidata da Gianni De Biasi conquista la promozione nella massima serie. Tuttavia, dopo sole tre stagioni i granata sono costretti a salutare la Serie A e a espiare i propri peccati nel purgatorio della cadetteria: una serie di investimenti sbagliati e di allenatori incapaci di calarsi nella realtà torinese hanno contribuito ai primi mugugni da parte dei tifosi.

LA SVOLTA

Grazie ad una stagione ad altissimo livello, il neo tecnico Giampiero Ventura riesce ad ottenere la matematica promozione in Serie A il 20 maggio 2012; il mister genovese sederà sulla panchina granata fino alla fine della stagione 2015-2016 e tra i risultati più importanti annoveriamo il settimo posto, e la conseguente qualificazione ai preliminari d’Europa League, nel 2013-14

Grandi sono i meriti di Ventura: il Torino ha riacquistato credibilità, consapevolezza nei propri mezzi ed una mentalità europea; l’impresa al San Mamés di Bilbao, a detta di molti, rappresenta il punto più alto della sua carriera

Nonostante le grandi gioie condivise, tuttavia, il Torino e il suo condottiero hanno deciso di separarsi: al posto dell’attuale tecnico della nazionale italana, Cairo ha deciso di chiamare un allenatore ancora giovane, ma con una grande esperienza alle spalle, il serbo Siniša Mihajlović; serietà, 4-2-3-1 e rispetto della tattica sono le principali caratteristiche dell’ex difensore di Lazio ed Inter

La prima stagione del tecnico serbo si è conclusa con un nono posto in classifica e molti rimpianti: infatti, dopo un inizio di stagione promettente, il Torino ha perso molti punti nel girone di ritorno, non approfittando del grande potenziale offensivo di cui dispone. 

L’ANNO CHE VERRA’

Archiviata una stagione avara di successi, il confermato mister Mihajlović non vede l'ora di tornare sul campo e di conquistare i propri tifosi attraverso il bel gioco ed incarnando lo spirito granata.

Perso il portiere Joe Hart, rientrato alla base (Manchester City) dopo un anno più di bassi che di alti, il DS Petrachi ha piazzato un vero e proprio colpo per il suo mister: torna in Italia, infatti, l’affidabile portiere Salvatore Sirigu. Altra priorità per la squadra è il futuro di Andrea Belotti, attaccante che nella scorsa stagione ha dimostrato qualità impressionanti e che, di conseguenza, è sul taccuino di numerose squadre italiane e non; il tecnico serbo avrebbe dichiarato di voler sapere al più presto il futuro del ragazzo per non doversi ritrovare durante il ritiro un giocatore svogliato e desideroso di migrare verso altri lidi. 

Durante la sua carriera, l’allenatore del Torino ha, altresì, dimostrato di saper lavorare con i giovani (l’esordio di Donnarumma è stato proprio per merito suo) e per questo motivo gran parte della campagna acquisti si concentrerà sulla ricerca di giovani atleti da far maturare con lo scudetto granata cucito sul petto:  Ferrari (Crotone), Falcinelli (Sassuolo), Duncan (Sassuolo) e Donsah (Bologna) sono solo alcuni dei giocatori che potrebbero calcare l'erba dello Stadio olimpico Grande Torino nella prossima stagione. 

Visto l'exploit di una squadra come l'Atalanta, che nello scorso campionato ha raggiunto la qualificazione alla prossima Europa League, appare ormai inevitabile per il Toro fare quel piccolo passo che gli permetterebbe di entrare nell'élite del calcio italiano. 

Caro Toro, è l'ora di diventare grandi!

M.M