Lo ammetto, quando ho saputo che la Juventus aveva nominato Andrea Pirlo allenatore della prima squadra, senza passare dall'Under 23 e fare un po' di esperienza, sono rimasto molto perplesso (e un po' lo sono ancora), ma dopo aver visto le prime partite, anche se con una sola vittoria e 3 pareggi (non considero la NON partita con il Napoli) mi sono ricreduto. Mi piace molto questa sua idea di gioco votata all'attacco anche se mi rendo conto che ci vorrà un po' di tempo per oliare bene tutti i meccanismi, sperando che la dirigenza abbia abbastanza pazienza da lasciarlo lavorare per tutto il tempo necessario.

Guardando la formazione che il mister mette il campo mi ha fatto venire alla mente una delle Juve del buon vecchio Trap dei primi anni '80. Chi allora era abbastanza grandicello si ricorderà che anche il Trap aveva il suo Cuadrado, anche se giocava sulla fascia mancina e rispondeva al nome di Antonio Cabrini, un terzino più votato all'attacco che alla copertura (35 gol in carriera non sono male per un difensore). Il suo Rabiot si chiamava Marco Tardelli (almeno a me lo ricorda), una mezzala tutta corsa e grinta con più propensione agli inserimenti ed ai gol. E poi li davanti quatto giocatori votati all'attacco: Roberto Bettega, Zbigniew Boniek, Paolo Rossi e sua Maestà le Roi Michel Platini, alla faccia di quell'etichetta di difensivista che qualche giornalista dell'epoca avevva appiccicato addosso al Trap.

Un giocatore che per tipologia la Juve di oggi non ha risponde al nome di Massimo Bonini, un interditore rubapalloni che mordeva le caviglie agli avversari. Diceva di lui Platini: "Non importa se non partecipo alla fase difensiva, c'è Bonini che corre anche per me". Spero che Mister Pirlo riesca a trovare la quadratura del cerchio e sono sicuro che ci divertiremo. Diamo tempo al tempo...