Quando mi capita di andare all'estero sento spesso dire che l'Italia è il Paese del sole, del mare e dei furbi, dove anche quando i reati sono chiari ed evidenti, la pena non è certa.
Sarà un luogo comune, ma questa cosa mi è tornata alla mente in questi giorni riguardo la vicenda Juventus - Napoli. Non capisco perchè, se c'è un protocollo redatto, sottoscritto e condiviso da Società, Federazione e Governo, lo stesso non debba poi essere applicato e rispettato alla lettera. Se non sbaglio il protocollo prevede che le Società di calcio devono isolare eventuali giocatori risultati positivi al COVID, mentre la squadra, se ha un numero sufficiente di giocatori abili per scendere in campo, si deve presentare sul rettangolo di gioco per disputare la partita.

Nel caso della partita in questione, la Società partenopea non solo non si è presentata a Torino per la disputa della partita, pur avendo due soli giocatori risultati positivi al virus, ma ha disdetto sia il volo per Torino, sia i controlli sanitari (tamponi) che si dovevano effettuare nel capoluogo piemontese prima della partita, con notevole anticipo. Non capisco quindi tutte queste polemiche, ricorsi e controricorsi; c'è stata una evidente violazione del protocollo e la decisione del giudice sportivo non è altro che la naturale conseguenza.

C'è stato un reato ed il giudice ha applicato la pena, punto e basta, fine della discussione, eppure a distanza di oltre un mese siamo ancora qui a discutere se la sconfitta a tavolino sia giusta, se si debba giocare la partita in data da destinarsi o chissà cos'altro.
Ci sono squadre, vedi Genoa e Parma, che hanno giocato partite con un numero di assenze triple o quadruple rispetto al Napoli, ma hanno giocato le rispettiva partite senza cercare scorciatoie o furbate, onorando il gioco del calcio ed il senso di lealtà sportiva che dovrebbe essere alla base di qualsiasi disciplina sportiva.