Ci sono persone che, nella vita quotidiana, si pongono dei traguardi e fanno di tutto per raggiungerli, con costanza, con tenacia, con ostinazione, se non addirittura con ossessione famelica e poi, una volta raggiunto il traguardo, fanno dello stesso un trampolino di lancio verso nuovi traguardi, ancora più ambizioni, sempre più difficili da raggiungere, ma proprio per questo ancora più esaltanti.
Queste persone nello sport sono i cosiddetti "Cannibali", quelli che non si accontentano di una vittoria, sia pur prestigiosa, ma ne inseguono subito una seconda e poi una terza  e poi un' altra e un' altra ancora, sono quelli che una volta raggiunto un record fanno di tutto per migliorarlo e migliorarlo ancora, sono i Ronaldo e gli Ibrahimovic, i Federer ed i Nadal, i Rossi ed i Marques, i Mercks e gli Indurain. Questi sono i campioni, anzi i fenomeni, che dopo i primi campionati, i primi Slam, i primi GP o grandi Giri, non si sono certo accontentati, non si sono adagiati sugli allori, ma hanno continuato, e alcuni di loro continuano a farlo, a lottare per migliorarsi e migliorare il proprio palmares.
E poi c'è Mario Balotelli, un ragazzo arrivato dal nulla a calcare i grandi palcoscenici del calcio, un ragazzo baciato dal Dio del pallone, che l'ha dotato di una classe sopraffina e di un fisico possente, scultoreo direi, ma che non ha saputo mettere a frutto tutto ciò che il sopra citato Dio gli aveva messo a disposizione. Forse Supermario è rimasto accecato dalle luci di S.SIRO o forse ad accecarlo sono stati quei troppi zeri, alla sua giovane età, sul suo Conto Corrente, certo è che quel traguardo che probabilmente si era prefissato (sfondare nel mondo del calcio) è arrivato troppo presto e lui si è adagiato sugli allori, si è fatto inebriare dal profumo di questa pianta, simbolo di Vittoria sin dai tempi degli antichi greci, ma forse l'Alloro su cui Supermario si è adagiato era avvelenato, perché da lì non si è più rialzato.
Ci ha provato il suo mentore Mancini portandolo con sé al City e poi anche Prandelli, facendolo un pilastro (o presunto tale) della nostra Nazionale, ma non c'è stato nulla da fare.
Adesso sembra che a gennaio possa andare in Brasile e precisamente al Vasco de Gama, ma ho paura che, se ne sentiremo parlare non sarà per qualche golaso brasileiro, ma per le sue scorribande al Carnevale di Rio. Peccato perchè aveva veramente tutto per sfondare, tranne forse............la testa.