Sono passate ormai 48 ore dalla semifinale di Nations League tra Italia e Spagna. Purtroppo, dopo 37 risultati utili e quasi 3 anni di imbattibilità, le furie rosse hanno posto fine alla lunga striscia degli azzurri impedendogli di conquistare il secondo trofeo del 2021 in quest'annata colma di titoli per l'Italia in tutti gli sport. Eppure la cosa è passata quasi in secondo piano. Un po' perchè prima o poi doveva capitare, un po' perchè della Nations League non interessa niente a nessuno e, soprattutto, perché i fischi piovuti su Donnarumma hanno spostato l'attenzione dal campo agli spalti. Il portiere del Psg ha collezionato una miriade di fischi provenienti dagli spalti nonostante sia lui che il c.t. avessero chiesto (quasi pregato) che ciò non avvenisse. L'ennesima dimostrazione dell'inciviltà del pubblico italiano. E sono ancora più colpito in negativo dal fatto che addirittura alcuni giornalisti ed addetti ai lavori ritengano giusto il comportamento di questi individui che io stento a definire tifosi. Si dirà che i tifosi pagano il biglietto e hanno il diritto di manifestare il proprio dissenso verso questo o quel giocatore. Allora,visto che si paga il biglietto, è giusto anche che i tifosi facciano i buu razzisti ai giocatori di colore o che gridino "zingaro" ad ogni giocatore slavo. Oppure il problema del razzismo è grave ed è da debellare (giustissimamente) mentre offendere o denigrare un calciatore italiano e non di colore è meno grave ed è concesso? Qualcuno fa anche l'esempio del teatro. Ma anche in quel caso c'è un errore di base. Al teatro si fischia una performance che non è piaciuta mentre nel caso di Donnarumma non si stava fischiando il portiere in quanto autore di una prestazione negativa ma in quanto uomo che ha fatto una scelta di vita che a loro non andava bene. Fischi dettati dell'ipocrisia, poiché mi piacerebbe sapere quale persona, tra quelle che l'hanno subissato di fischi, avrebbe rifiutato un aumento di stipendio come quello garantito al ragazzo di Castellammare di Stabia, con la possibilità di andare a giocare in una squadra piena di campioni che ogni anno partecipa alla champions con l'ambizione di vincerla. Cosa che nessuna squadra italiana attualmente può anche solo sperare. Per difendere la loro scempiaggine diranno anche che non è tanto l'addio ad averli delusi quanto il modo. E chissà come mai questo avviene per ogni giocatore che decide di lasciare la sua squadra da svincolato ed è sempre il modo ad essere sbagliato. Ci sarà un modo giusto per farlo? Per ora non è dato sapersi. Infatti ora toccherà anche a Vlahovic, il quale ha appena ricevuto attestati di stima da parte del mondo del calcio per gli insulti razzisti subiti ma che, d'ora in avanti, probabilmente riceverà lo stesso trattamento di Donnarumma, senza che questo si riveli un problema. Ma la cosa ancor più vergognosa è che l'altra sera Donnarumma non stava difendendo i pali del Psg bensì quelli della Nazionale Italiana. Come si può scegliere di andare allo stadio per supportare la tua nazionale e creare un disagio psicologico al portiere della squadra per cui fai il tifo? Certo, l'Italia non ha perso per questo motivo (e meno male) ma era evidente che il giocatore non fosse tranquillo come si è visto in un paio di interventi maldestri. E badate che non ne faccio una questione di tifo. Disprezzo chi si comporta in questo modo a prescindere dalla fede sportiva. Ad esempio, da juventino, mi disgusta altrettanto chi fa lo stesso quando Conte torna allo Stadium da avversario. Certo il mister salentino ha sbagliato per come è andato via da Torino ormai quasi 8 anni fa. E per questo motivo avrebbe dovuto rifiutare ogni proposta lavorativa in Italia fino al termine dei suoi giorni per espiare tale colpa? Siamo veramente all'assurdo.
Il problema è che ormai la maggior parte di questi soggetti non va allo stadio per sostenere ed incitare la propria squadra per aiutarla a vincere ma ci va per sfogare la propria rabbia e le proprie frustrazioni su chiunque si trova davanti.
Non sappiamo tifare, sappiamo solo odiare.