Correva la stagione 2002/03. Il Milan dopo anni bui ritorna alla ribalta in Champions League. Venivamo da uno scudetto vinto 4 anni prima, mentre nelle ultime due edizioni uscimmo sempre ai gironi. Il Milan di Ancelotti, una squadra che avrebbe scritto pagine di storia, supera al cardiopalma un attrezzato Ajax, con gol di Tommasson su pallonetto di SuperPippo Inzaghi. Risento ancora la voce di Piccinini che manda in estasi il popolo rossonero, ovviamente dopo il gol del Milan: "Attenzione Inzaghi, pallonnetto: reeeeteeee, reeeeteeeee. Inzaghiiii". La semifinale di quell'anno vede per la prima volta un derby tutto italiano, ma anche per la prima volta il derby di Milano. Le squadre giungono al massimo della loro forma. All'andata regna l'equilibrio, con uno zero a zero pieno di tensione. L'allora regolare del gol in trasferta che vale doppio, oggi eliminata, permette al Milan di passare il turno con il gol di Sheva. Uno a uno e miracolo di Abbiati su Martins, fanno si che in Champions ci sia un'altra prima volta: la finale di Manchester sarà un altro derby tutto italiano. Stavolta a sfidare i rossoneri sarà la Juventus. Sappiamo poi come è andata: ai rigori, lo sguardo di Shevchenko, il fischio dell'arbitro e tutti a cantare: "Siamo noi, siamo noi, i campioni dell'Europa siamo noi!". 

Ecco proprio dalla vittoria con l'Ajax, noi milanisti lo avevamo capito: si era aperto un ciclo di successi, di vittorie, di giocatori straordinari. Il Milan continua nella sua cavalcata anche negli anni a seguire. Raggiungiamo una semifinale, un quarto di finale e due finali (una vinta e una persa). Cinque anni memorabili in cui i rossoneri dominano in lungo e in largo per l'Europa e nel mondo. Diventiamo la squadra più titolata del globo, poi successivamente superati da altri club, nell'ultimo decennio. Vediamo nascere campioni indimenticabili: Sheva, Pippo, Kakà, Gattuso, Pirlo. Affermare altri che lo erano ma che lo hanno sempre dimostrato: Nesta, Seedorf e soprattutto capitan Maldini.

Stagione 2004/05. Il destino e il sorteggio UEFA regala alla città di Milano un altro derby europeo. Stavolta ai quarti di finale. Rispetto al precedente, stavolta l'andata vede i rossoneri superare i nerazzurri con un netto due a zero (Stam e il solito Sheva, sono i marcatori). Il ritorno invece viene ricordato non solo per il numero di spettatori record di quell'anno, ma soprattutto per il lancio di oggetti dagli spalti che costano il match ai nerazzurri, dove viene attribuito il 3 a 0 a tavolino. Il Milan raggiunge Istanbul dove però vige la disfatta contro i reds del Liverpool, sfida terminata sempre ai rigori dopo un rocambolesco 3 a 3 nei tempi regolamentari. Finale poi riscattata due anni dopo ad Atene dove il Milan vinse la sua settima coppa proprio contro il Liverpool. 

Oggi? Tutti noi ricordiamo quanto raccontato pocanzi. Ricordiamo le sensazioni provate ad ogni match di Champions del Milan. Il caldo misto alla brezza serale del periodo di Maggio. La "resurrezione" contro l'Ajax: eravamo praticamente fuori dalla competizione e un attimo dopo eravamo in semifinale. Noi del Milan ricordiamo tutto: le note dolenti e le note liete. 

Come circa vent'anni fa, la storia ci ha regalato un primo derby italiano, quello contro il Napoli, vinto e superato con tanti momenti di tensione. Ora, come nel 2002/03, abbiamo il secondo derby da giocare, stavolta quello con l'Inter. Li abbiamo già affrontati, battuti e superati. Eravamo distanti in campionato, eravamo sempre sfavoriti. Sono due epoche opposte, è vero, ma anche questa volta si parte con l'appellativo di seconda forza, di sfavoriti. La storia tende a ripetersi? Speriamo! Noi viviamo con la consapevolezza che il derby d'andata di Serie A di quest'anno lo abbiamo dominato. Mentre quello di gennaio perso senza gioco (eravamo in un periodo molto difficile, post mondiale). Poi il derby di ritorno, sempre di questa stagione, ci ha visto perdenti ma in netto miglioramento. Oggi abbiamo la consapevolezza dei ns mezzi, la voglia di riscatto, di dimostrare chi sono i campioni d'Italia. Perderemo o vinceremo, non importa (ndr sorriso), importa giocarla e dimostrare di essere una squadra forte. Abbiamo superato la "cabala" milanese, battendo il Napoli che ha fatto il vuoto sia in Champions che in Serie A. Faremo tesoro dei ns riti scaramantici, senza alcun dubbio, ma c'è da dire anche che la storia ci ha fornito ancora una volta la storica rivale del Naviglio, e la storia conosce un vecchio detto popolare che recita così: non c'è due, senza...

Che vinca lo sport, che vinca la migliore e il bel calcio.

Un tifoso rossonero, Sannolo Salvatore