Caro nonno, tu sai che, da sempre, io volevo diventare un portiere di fama internazionale. Sin da piccolo, quando mio padre mi allenava, saltavo da un punto all'altro a difesa della mia porta. Sognavo un giorno di diventare un campione, mi affascinava il ruolo del portiere. Infatti, chi difendeva la porta del Milan era per me un eroe: prima Seba Rossi, poi il mitico Abbiati (parata salvascudetto a Perugia). E come non citare il gatto brasiliano: Dida. Ecco nonno, dopo Dida diciamo che i portieri rossoneri non sono stati più i miei idoli, anche se li sostenevo a spada tratta. Ricordi? Anche quando paravo un cuscino tuffandomi sul letto gridavo come un telecronista in una finale di Champions: "Dida, la prende in tuffo". Poi è arrivato lui. Un ragazzino di 16 anni, con un viso pulito, acqua e sapone. Aggiungi pure che io non ero mai stato prima nel tempio del calcio. Proprio quel 25 ottobre 2015, mentre il treno mi portava allo stadio, venni a sapere che il ragazzo di Castellammare di Stabia avrebbe esordito. In quel momento, nonno, è stato più forte di me. Mi sono immedesimato. Mi son detto "sarà destino, sarà un predestinato, ma lui è un supereroe?". Gigio fece un esordio coi fiocchi. Milan - Sassuolo 2a1. Avresti applaudito anche tu le gesta del futuro portiere della nazionale. Se vedevi i miei occhi, erano colmi di speranza. Di lì a breve immaginavo il "mio" Milan di nuovo nella propria casa: in Champions. Ci è voluto qualche anno, nonno, ma quest'anno siamo ritornati. La squadra se la vedessi è bellissima. Ha giocato ad alti livelli per diverse giornate. Abbiamo sfiorato l'impresa in Europa League, ma sopratutto il prossimo anno sentiremo ed urleremo di nuovo "The Champions!". Ma c'è una cosa che ancora non ti ho detto. Ho riperso nuovamente il mio supereroe sportivo. Pensavo che a Milanello si stava allenando la nuova bandiera, quella che, come accaduto per la dinastia Maldini, rifiutava le lusinghe dei club facoltosi. Colui che in futuro avrebbe indossato la fascia da capitano. Il portierone che quando fa una parata si esulta come se fosse un gol. Caro nonno, purtroppo Gigio ha deciso di accasarsi altrove. Non so cosa gli è mancato da noi. Aveva uno stipendio faraonico. Godeva della stima di tutti. I tifosi lo hanno sempre sostenuto. Eppure qualcosa non gli è andata giù.
Nonno, il prossimo anno si giocherà in Champions, la giocheremo anche senza Gigio. Fa male, ma noi tifosi siamo forti. Infatti, lo sai bene, noi tifiamo la bandiera, la squadra, lo stemma...
I giocatori continueranno ad andare e venire, ma noi, tifosi del Milan, non siamo in vendita, tantomeno i nostri sogni. Nonno, a questa vicenda so per certo che mi avresti rincuorato, e come sempre avresti detto: "la squadra, è quella che vince, non i singoli giocatori". 

Salvatore Sannolo  

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