Caro nonno, hai visto il nostro capitano cosa ha fatto in queste ultime stagioni? No, non parlo di Romagnoli. Mi riferisco a Paolo Maldini. Si quello che l'anima del Milan l'ha tatuata anni fa su quel muscolo pulsante chiamato cuore. Ricordi quando fece l'esordio in serie A? Nasce tutto per caso, come qualsiasi cosa bella della vita. Viene convocato a 16 anni dal noto maestro Liedholm e per mezzo dell’infortunio occorso a Sergio Battistini, viene accelerato quel processo alchemico chiamato esordio. Il Barone non ha dubbi. Il figlio d'arte, unito alla provvidenza, regalerà pagine di poesia al mondo del calcio. I più grandi si inchineranno a sua maestà Paolo Maldini. Figlio di Cesare, ha una crescita esponenziale e si guadagna, col duro lavoro e dedizione, il rispetto di tutti. Nonno, il rispetto di cui si avvolge Paolo, non è quello comune, dovuto ai trionfi. No, quello è semplice da raggiungere e difficile da tenere. In merito al n. 3 del Milan, la stima nasce dal costante amore per la maglia che, in momenti di difficoltà, l'ha reso ancor più forte nonostante i corteggiamenti di società che gli offrivano stipendi monster. Esatto nonno, ha desistito. Sempre! Ricordi, poi, quando alzò la coppa dalle grandi orecchie al cielo, nel teatro del calcio: a Manchester. Partita tutta italiana dove ad alzare il trofeo nella splendida Inghilterra fu il Milan, guidato dal nostro capitano Paolo Maldini. Quarant'anni prima, a Wembley, il primo Maldini, alzò il trofeo nell’Inghilterra che fu. Destino? Coincidenze?

Quando parli di Milan, non puoi non pensare ai Maldini, d'altronde oggi c'è il figlio di Paolo tra le schiere della squadra rossonera, ma più di tutti abbiamo il nostro fuoriclasse, la nostra leggenda, che seduto dietro la scrivania, dirige le mosse rossonere per il mercato e non solo. Maldini in questi anni da dirigente si è fatto conoscere in un settore del tutto lontano dalle prestazioni del campo. Anche qui, come quando “rubava” palla agli avversari, è andato dritto al punto catturando la scena e mettendo in rilievo le sue doti da manager. Ebbene sì, nonno! L'arrivo di Theo Hernandez, i contatti per Dalot e Diaz sono frutto del suo estro. Hauge! Ma poi la ciliegina sulla torta è stato Tomori. Potenza, fisicità e velocità. D’altronde di difensori se ne intende il nostro Paolo.

Adesso il Milan, dopo anni di buio, in cui anche Dante avrebbe creato un girone dell'inferno solo per noi, è stato riportato alla luce. Secondo posto in campionato. Usciti in Europa giocando una partita colossale con la futura finalista. Soprattutto si riaprono le porte della Champions League. Aria frizzante, musica d'alta classe, palcoscenico unico nel suo genere per fascino e caratura.

Caro nonno, Maldini figlio di Cesare e padre di Daniel ha portato in auge i colori rossoneri ancora una volta, facendo risorgere dalle sue ceneri, come una fenice, una squadra che si era persa nei meandri più oscuri del mondo del calcio. Oggi il Milan sta acquisendo credibilità e vive di luce propria. La domanda sorge spontanea e te la pongo nonno: ma secondo te, in base alla tua esperienza, dove potrà arrivare questo Milan? Io resto con i piedi per terra, perché di dolori ne abbiamo vissuti tanti, ma resto ottimista sul prossimo futuro, credendo nell’ottimo operato che il nostro capitano svolge.
Maldini siamo con te!

 

Salvatore Sannolo

 

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