Dopo giorni di bufera, finalmente torna il sole su Trigoria e nei cuori romanisti. La vittoria ottenuta a scapito del Frosinone, ha permesso ai giallorossi un risveglio meno traumatico nel primo lunedì ottobrino, mese che dovrebbe profumare di castagne, vino, pioggia autunnale, e che invece regala ancora temperature estive in quasi tutto lo stivale. Sole non solo nell’animo quindi, anche se sono proprio i luminosi raggi di Lukaku e Pellegrini ad aver acquietato le agitate acque della capitale, mai così mosse da quando Mourinho siede sulla panchina della Roma. La vittoria non cancella una situazione di classifica particolarmente complicata, ma se non altro dà respiro dopo una serie di risultati infelici, e soprattutto consegna tre punti che fanno salire la truppa guidata da capitan Pellegrini a quota 8, ovvero a sei di distacco dalla quarta piazza attualmente occupata dalla Juventus. La tensione che accompagnava una gara da vincere a ogni costo, le pesanti critiche verso squadre e allenatore, il buon momento del Frosinone dettato da gioco e risultati, erano ingredienti che alla vigilia facevano presagire a una contesa più insidiosa di quanto dicessero nomi e formazioni delle compagini opposte dal calendario. In effetti, strappare l’intera posta ai ciociari non è stata propriamente una passeggiata, anzi, gara in sostanziale equilibrio fino all’83°, quando il colpo al volo di Pellegrini ha posto fine alle velleità di rimonta dei frusinati. La squadra guidata dall’ex Di Francesco - accolto dal boato dell’ olimpico, perché in un senso o nell’altro, “il passato non si dimentica”  - si è presentata spesso dalle parti di Rui Patricio, soprattutto con l’albanese Cuni, il quale con le sue sortite ha messo in grosse difficoltà Ndicka e lo stesso Rui, ad essere onesti, più fortunati che bravi nell’evitare il peggio quando l’attaccante ospite ha concluso a rete. In un momento di gran confusione però, anche la fortuna è accettata di buon grado, soprattutto considerando che nelle precedenti apparizioni, i giallorossi non sono stati esattamente in cima alla lista della Dea bendata, tra pali, conclusioni a lato di un soffio e gol subiti praticamente a ogni tiro destinato verso la porta difesa dal numero 1 portoghese. Tre punti, che staccano il club capitolino dalla zona retrocessione, portandosi in dodicesima piazza, tra l’altro in compagnia proprio di Genoa e Torino, ovvero “i demoni” che hanno fatto si che si materializzasse l’inferno di fuoco da cui si spera si sia definitivamente usciti con la vittoria di domenica. Il susseguirsi tra campionato e coppa non da tregua, e quanto accaduto nel posticipo potrebbe essere il sorriso di una notte o il punto di definitiva ripartenza: le prossime due uscite saranno indicative per quanto concerne lo stato di salute di Dybala e compagni. Giovedì sera, la Roma sarà di scena ancora all’Olimpico per la seconda giornata di Europa League: a contendere i tre punti alla squadra di casa ci saranno gli svizzeri del Servette, impigliati come i giallorossi in un momento non esattamente esaltante. Per il club di Ginevra, dieci punti in 9 gare e ottavo posto - su dodici - in Super League: va da se che la vittoria per la compagine guidata da Mourinho, è l’unico risultato accettabile, considerando pure che gli svizzeri hanno perso la loro prima in Europa tra le mura amiche per mano dello Slavia Praga, vittorioso 0-2 e senza apparenti difficoltà. E’ chiaro che ogni gara, soprattutto quando ci si confronta con avversari di differenti realtà, non è mai vinta in partenza, ma la Roma ha necessità di dare continuità al risultato ottenuto contro il Frosinone, anche per una mera questione umorale oltre che di classifica. Vincere contro il Servette significherebbe portarsi a quota 6 nel girone, riducendo la questione primo posto al doppio confronto con i cechi dello Slavia Praga, impegnati a loro volta contro lo Sheriff, avversario degno di rispetto ma non all’altezza degli slavi, i quali probabilmente ci seguiranno di pari passo in testa al gruppo G. Dopo l'Europa League, i capitolini saranno impegnati nella trasferta di Cagliari: gli isolani rappresentano da sempre un avversario complicato per la Roma, spesso tornata a mani vuote o comunque senza bottino pieno dalle sfide con i sardi. La compagine guidata da mister Ranieri comunque, ha raccolto finora soltanto 2 punti, palesando oggettivi limiti di rosa: Claudiè, te vojo bene...nun famo scherzi! Comincia a fare punti dalla prossima, grazie! 

Inevitabile il turnover nella sfida di coppa, su tutti la joya ha urgenza di tirare il fiato dopo un trittico di presenze giocate per intero. Cambi si, ma ragionati, perché Josè è consapevole che queste partite non si possono prendere sottogamba. Se Dybala riposa infatti, diverso il destino di Lukaku che avendo una strutta fisica notevole, ha bisogno di giocare più che riposare per raggiungere il top della forma. Se in difesa le scelte continuano a essere obbligate dalle assenze di Smalling e Llorente, con Ndicka e Mancini unici superstiti del ruolo, buona scelta invece sulle fasce, dove dovrebbero agire Karsdorp e Zalewski, il primo autore di un’ottima prova contro i gialloblu, mentre il secondo è il cambio naturale di Spinazzola,  in panchina per recuperare dalle recenti fatiche. Il terzo centrale dovrebbe essere ancora una volta Bryan Cristante, anche se Celik scalpita per fare qualche minuto, e non è impossibile un suo impiego da braccetto destro. In mezzo, a comporre la cerniera di centrocampo, di nuovo spazio per Bove e Paredes affiancati stavolta da Aouar in luogo di Pellegrini; accanto a Lukaku torna invece El Shaarawy, con il gallo Belotti pronto a dare il proprio contributo qualora necessario. Infine, così come accaduto contro lo Sheriff, pali difesi nuovamente da Svilar, ormai portiere designato di coppa, almeno per quanto riguarda questa prima parte della competizione. Queste gare, sulla carta non particolarmente impegnative, oltre a consentire un buon minutaggio alle alternative, potrebbero essere anche l’occasione per qualche emergente della primavera di mettersi in mostra. In tal senso, continua il lavoro di Mourinho con i giovani, che nelle sedute di avvicinamento alla partita di giovedì, ha chiamato in gruppo Mannini e Joao Costa, rispettivamente di anni 17 e 18 e tra i talenti più in vista dell’ under 19 romanista. Il brasiliano (portoghese per doppia nazionalità) vive un momento molto felice: già in panchina contro il Frosinone, Costa è stato chiamato dalla selezione portoghese u19 in vista degli impegni volti alla qualificazione al prossimo europeo di categoria: boa sorte Joao! Per l’esterno anche una citazione in conferenza da parte di Mourinho, con Josè che ne parlava quale uomo utile per un possibile cambio modulo, anche se a essere sinceri, il riferimento del tecnico al ragazzo sembrava un modo per allontanare l’eventualità di giocare a quattro, più che una promozione del giovane. Se Costa e Mannini saranno o meno spendibili per la Roma, ce lo dirà solo il tempo, quel che è certo è che il tecnico di Setubal, talvolta per necessità, altre per reale considerazione, non si è mai fatto pregare dinanzi alla possibilità di coinvolgere primavera che reputava pronti per dare una mano, facendo in tal senso le fortune della società anche sul mercato, dove sono arrivati svariati milioni per cessioni che hanno permesso ai giallorossi di “sopravvivere” nella ramificata giungla del Financial fair play. In tal senso, discorso analogo merita Pagano, già con all’attivo 3 presenze in massima serie, più che altro scampoli di partita che non hanno permesso all’occhio comune di poterne apprezzare e valutare il talento. Il piglio con cui ha approcciato i minuti che gli sono stati concessi, comunque, lascia ben sperare per il prossimo futuro: chissà che il trequartista romano non riesca a divenire man mano più importante, un po’ come accaduto con Bove, inizialmente ultima delle scelte a centrocampo, poi sempre più in alto nelle gerarchie. 

Tornando al discorso relativo alle entrate, importante l’accordo raggiunto per il nuovo sponsor tecnico: per i prossimi due anni, sulle casacche giallorosse apparirà la scritta “Riyad Season”, ovvero l’evento sportivo sponsorizzato dall’Arabia Saudita, ormai epicentro del calcio in termini economici. Dopo l’infelice partnership con digitalbits quindi, la Roma torna a riempire il vuoto nella parte anteriore della maglia, temporaneamente colmato nei recenti incontri dalla sigla “spqr”, sicuramente più bella e fascinosa, ma con il peso di non senza essere redditizia. L’accordo biennale con i sauditi, dovrebbe portare nella casse giallorosse un fisso di sedici milioni, oltre a ulteriori quattro raggiungibili attraverso i risultati sportivi del club: va da se che ci auguriamo noi più di tutti, più della Roma stessa, che questi bonus si facciano reali. 

 

Alla prossima branco…

Di giorno e sera, alza al cielo la bandiera, e grida forte: Roma vinci insieme a noi!

Daje Roma!

 

Brancoromanista